) che si concludeva proprio con l'accusa di terrorismo da parte di giornali e polizia ad un tale che invece aveva fatto di tutto (senza essere creduto) per svelare l'identità di alcuni veri terroristi.questi lo incastrano talmente bene che sarà questo signore a farsi saltare in aria, senza nemmeno sapere di avere esplosivo con sè. per questo il caso viene chiuso con facilità, l'attentatore è riconosciuto in lui, la società si sente tranquilla.
invece i veri attentatori sono ancora in giro, pronti a colpire.
inquietante perchè... beh, al di là dell'esagerazione del film, potrebbe anche capitare.
con la "foga" di cercare i colpevoli si cerca subito il capro espiatorio senza riflettere.
Comunque ecco quel che dici mi fa riflettere anche sul tema del giornalismo, da persona che un po' conosce il mestiere posso dire che a me quel genere di giornalismo allarmista e 'colpevolista' dà un fastidio infinito ed anche inquieta non poco... basti pensare alle varie trasmissioni morbose -ma anche servizi giornalistici, reportage veri e propri etc e non per forza su riviste spazzatura, anzi- che vengono fatte all'indomani di un caso cruento, o ancora ai film a riguardo, o molto più in piccolo a quello che sta accadendo in questi giorni con i vari attentati etc: immediatamente si cerca un fondamentalista islamico come colpevole senza manco considerare che potrebbe esserci un'altra pista, che al massimo emerge nelle ore seguenti. Ecco, a me tutto questo da un lato spaventa perché alimenta la psicosi, dall'altro disgusta perché questo non è fare il giornalista né informare, è diffondere panico e puntare il dito senza manco verificare i fatti prima.
L'ho ricominciata adesso con un'amica e alla fine la sto proseguendo. La trovo bellina ma non la metterei tra le mie preferite 
