"se fosse il mio sogno"
Re: "se fosse il mio sogno"
se fosse il mio sogno mi palerebbe di parte ombra ed autoboicottaggio, mi chiederei se in questo momento sto conducendo la vita con i miei mezzi o con quelli di qualcun altro (la macchina del greto) e se questo possa farmi perdere la visione lucida e portare le mie parti più istintive (cane) a prendersela con la parte di me più profonda (corvo) che vuole darmi un segnale d'allarme. Mi colpirebbe anche che il cortile non è casa ma è ufficio, penserei di aver bisogno di ricontattare una parte di me intima, che non ha bisogno di darsi così tanto da fare, che sta bene per quello che è.
Tutto per un'unica meraviglia.
Re: "se fosse il mio sogno"

Devo dire che dal punto di vista puramente materiale, sto un pò soffrendo la mancanza della mia auto (mio fratello è andato a convivere e si è portato via la mia

Però è anche vero quello che dici, è un periodo che non mi sento padrona della mia vita - come sai - ci sono fattori esterni che mi impediscono di portare avanti le mie scelte..
per la seconda parte non capisco, ci rifletto...
Il cavallo arabo non è un semplice animale,
è un’unica armonia, quasi una sinfonia di bellezza e forza,
è, insomma, un momumento di perfezione...
è un’unica armonia, quasi una sinfonia di bellezza e forza,
è, insomma, un momumento di perfezione...
Re: "se fosse il mio sogno"
Se fosse il mio sogno penserei senz'altro che ho qualcosa di non elaborato che mi turba.
La presenza di così tanti animali mi sembrerebbe sicuramente molto simbolica, anche perché si tratta di tre animali particolari (cane, corvo, gatto) ai quali comunemente associamo significati abbastanza precisi: se da un lato tutti gli animali sono simboli del selvaggio, sicuramente il gatto e il corvo lo sono di più, quindi sono la parte istintuale profonda. Penserei che c'è un evidente conflitto: il cane mi fa sentire sollevata ma alla fine non uccide il corvo, quindiforse la minaccia era più immaginaria che reale per me.
La presenza di così tanti animali mi sembrerebbe sicuramente molto simbolica, anche perché si tratta di tre animali particolari (cane, corvo, gatto) ai quali comunemente associamo significati abbastanza precisi: se da un lato tutti gli animali sono simboli del selvaggio, sicuramente il gatto e il corvo lo sono di più, quindi sono la parte istintuale profonda. Penserei che c'è un evidente conflitto: il cane mi fa sentire sollevata ma alla fine non uccide il corvo, quindiforse la minaccia era più immaginaria che reale per me.
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Re: "se fosse il mio sogno"
Ragazze, oggi mi sono svegliata ricordandomi un sogno fatto stanotte, siccome ultimamente non mi capita quasi mai volevo condividerlo con voi. 
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Ero sui boschi di Quisisana* con mio padre, mio fratello, mia sorella e il mio ex fidanzato.
Mio padre ci faceva da guida attraverso il bosco mostrandoci le varie rovine presenti, ma in realtà nessuno di noi lo ascoltava più di tanto e questo lo faceva irritare. Le rovine, inoltre, erano abbandonate a se stesse e questo gli causava una forte indignazione**.
Giunti, spostandoci verso il basso, alla fine del percorso mi veniva in mente di aver portato con me gli appunti di una precedente gita fatta in quei boschi col mio professore di storia dell'arte dell'università***, appunti molto approfonditi e con bozzetti delle varie rovine fatti da me.
Li prendo dallo zainetto e mi viene voglia di ricominciare il giro dei boschi dall'inizio, ma non voglio o mio padre non vuole pagare di nuovo il biglietto per tutti, per poter rientrare, e dopo che lui ha discusso con la biglietteria per lo stato di abbandono del posto, andiamo via.
Guardando la città più in basso, notiamo che allo stadio sta per cominciare un incontro di rugby. Tutta la città è piena di bandiere delle due nazioni, disposte in file ordinate sui fianchi di diversi grattacieli...
Mentre camminiamo scendendo verso la città, ci fermiamo ad una curva percorsa da tante persone che stanno traslocando. Non so se sono in bici o in auto, di certo non a piedi perchè vanno molto veloci, hanno dei rimorchi con sopra dei mobili e li trasportano pieni. Mi colpiscono varie librerie con su vecchi libri, scarpe e oggetti vari che temo cadranno nelle curve, ma per quanto vedo io non succede.
A questo punto mi sono svegliata.
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Nel sogno sono piuttosto tranquilla, mi piace il bosco, è fresco ma assolato e molto luminoso, mi fa sentire bene. Sono a mio agio tra le rovine di pietra coperte di muschio, anche se mi ferisce il loro degrado. Preferirei esplorarle da sola, mi irrita la pretesa di mio padre di stare fermo davanti a ogni rovina per spiegarci tutto e sono felice quando mi accoorgo di avere con me gli appunti della lezione universitaria, mi piacerebbe tornare indietro per rifare il percorso da sola o con chi vuole accompagnarmi per poter condividere quello che so.
*Sono i boschi del Monte Faito, che guardano direttamente la città dove sono nata; ci ho passato molte domeniche quando ero bambina.
**Nella realtà, delle rovine (non le stesse) esistono e fino a quando ero piccola erano conservate abbastanza bene, ma in anni recenti sono state vandalizzate.
***Questo fatto non è mai accaduto!

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Ero sui boschi di Quisisana* con mio padre, mio fratello, mia sorella e il mio ex fidanzato.
Mio padre ci faceva da guida attraverso il bosco mostrandoci le varie rovine presenti, ma in realtà nessuno di noi lo ascoltava più di tanto e questo lo faceva irritare. Le rovine, inoltre, erano abbandonate a se stesse e questo gli causava una forte indignazione**.
Giunti, spostandoci verso il basso, alla fine del percorso mi veniva in mente di aver portato con me gli appunti di una precedente gita fatta in quei boschi col mio professore di storia dell'arte dell'università***, appunti molto approfonditi e con bozzetti delle varie rovine fatti da me.
Li prendo dallo zainetto e mi viene voglia di ricominciare il giro dei boschi dall'inizio, ma non voglio o mio padre non vuole pagare di nuovo il biglietto per tutti, per poter rientrare, e dopo che lui ha discusso con la biglietteria per lo stato di abbandono del posto, andiamo via.
Guardando la città più in basso, notiamo che allo stadio sta per cominciare un incontro di rugby. Tutta la città è piena di bandiere delle due nazioni, disposte in file ordinate sui fianchi di diversi grattacieli...
Mentre camminiamo scendendo verso la città, ci fermiamo ad una curva percorsa da tante persone che stanno traslocando. Non so se sono in bici o in auto, di certo non a piedi perchè vanno molto veloci, hanno dei rimorchi con sopra dei mobili e li trasportano pieni. Mi colpiscono varie librerie con su vecchi libri, scarpe e oggetti vari che temo cadranno nelle curve, ma per quanto vedo io non succede.
A questo punto mi sono svegliata.
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Nel sogno sono piuttosto tranquilla, mi piace il bosco, è fresco ma assolato e molto luminoso, mi fa sentire bene. Sono a mio agio tra le rovine di pietra coperte di muschio, anche se mi ferisce il loro degrado. Preferirei esplorarle da sola, mi irrita la pretesa di mio padre di stare fermo davanti a ogni rovina per spiegarci tutto e sono felice quando mi accoorgo di avere con me gli appunti della lezione universitaria, mi piacerebbe tornare indietro per rifare il percorso da sola o con chi vuole accompagnarmi per poter condividere quello che so.
*Sono i boschi del Monte Faito, che guardano direttamente la città dove sono nata; ci ho passato molte domeniche quando ero bambina.
**Nella realtà, delle rovine (non le stesse) esistono e fino a quando ero piccola erano conservate abbastanza bene, ma in anni recenti sono state vandalizzate.
***Questo fatto non è mai accaduto!
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Re: "se fosse il mio sogno"
Se fosse il mio sogno penserei che c'è una parte di me maschile, mio padre, che fa il suo lavoro di energia maschile: analizza. Vuole sapere con certezza logica i perchè e i percome delle rovine. Io invece vorrei solo godermi il momento e l'atmosfera, magari riprendendo appunti di un maschile autorevole (professore) a cui però ho apportato del mio (bozzetti ecc).
Penserei che è un momento di transizione in cui varie parti del mio condominio interiore "traslocano" e quindi si stanno muovendo, e anche stanno formando squadre e tifoserie.
Se fosse il mio sogno penserei a "stare" nel momento, con quello che c'è, consentendomi di assaporare le mie emozioni senza giudicarle e di vedere cosa si muove senza giudizio. In questo modo riuscirei ad approfittare delle risorse del bosco (interiorità), sapendo che... qui-si-sana
Penserei che è un momento di transizione in cui varie parti del mio condominio interiore "traslocano" e quindi si stanno muovendo, e anche stanno formando squadre e tifoserie.
Se fosse il mio sogno penserei a "stare" nel momento, con quello che c'è, consentendomi di assaporare le mie emozioni senza giudicarle e di vedere cosa si muove senza giudizio. In questo modo riuscirei ad approfittare delle risorse del bosco (interiorità), sapendo che... qui-si-sana

Tutto per un'unica meraviglia.
Re: "se fosse il mio sogno"
Grazie barbara
il significato delle squadre non mi aveva proprio sfiorato.



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Re: "se fosse il mio sogno"
Stanotte ho sognato di salire su una scala a chiocciola che si trovava in mezzo ad un prato immenso. Appena raggiunta la cima della scala, guardo giù e mi rendo conto che sono molto in alto. Vedo alcune persone sul prato, sono piccole piccole data l'altezza a cui mi trovo. Sento le vertigini e mi appoggio saldamente alla ringhiera della scala, respiro profondamente più volte e mi rendo conto che la sensazione di vertigine si affievolisce fino quasi a scomparire.
Avete qualche spunto?
Avete qualche spunto?

"Dove credete che siano andati gli unicorni, gli ippogrifi dagli occhi dolci e mansueti, le sirene gentili e aggraziate?
In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga
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- uvafragola
- Messaggi: 7509
- Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 10:23
Re: "se fosse il mio sogno"
bellissimo sogno
qualche spunto? non so bene cosa dirti su questo salire. io per un periodo ho sognato più volte di scendere scale a chiocciola. scendevo scendevo scendevo, e più scendevo più scoprivo cose e mi rasserenavo. siccome era un periodo in cui ho guardato molto dentro me stessa l'ho presa come un sogno di "sistemazione" riguardante tutta questa introspezione dentro di me.
non so se posso c'entrare qualcosa il suo contrario, cioè il tuo salire.
la cosa che più mi ha colpito è la distanza dalle altre persone, comunque, una sorta di serena presa di distanza da piccolezze altrui, o la serenità nel distacco da tante piccole cose terrene e da rapporti ormai "piccoli" di significato.

qualche spunto? non so bene cosa dirti su questo salire. io per un periodo ho sognato più volte di scendere scale a chiocciola. scendevo scendevo scendevo, e più scendevo più scoprivo cose e mi rasserenavo. siccome era un periodo in cui ho guardato molto dentro me stessa l'ho presa come un sogno di "sistemazione" riguardante tutta questa introspezione dentro di me.
non so se posso c'entrare qualcosa il suo contrario, cioè il tuo salire.
la cosa che più mi ha colpito è la distanza dalle altre persone, comunque, una sorta di serena presa di distanza da piccolezze altrui, o la serenità nel distacco da tante piccole cose terrene e da rapporti ormai "piccoli" di significato.
Re: "se fosse il mio sogno"
grazie uva! 

"Dove credete che siano andati gli unicorni, gli ippogrifi dagli occhi dolci e mansueti, le sirene gentili e aggraziate?
In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga
In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga
Re: "se fosse il mio sogno"
Concordo con uva. 
Salire, opposto a scendere, per me vorrebbe dire "tirare fuori", portare in superficie un qualcosa che fino ad ora si è svolto sotterraneamente.

Salire, opposto a scendere, per me vorrebbe dire "tirare fuori", portare in superficie un qualcosa che fino ad ora si è svolto sotterraneamente.

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Re: "se fosse il mio sogno"
Se fosse il mio sogno penserei che se guardo le cose solo mentalmente (l'alto), mi vengono le vertigini. L'antidoto è respirare e quindi radicarmi nel qui ed ora, per osservare su un piano neutro la realtà e decidere poi di riscendere la scala a chiocciola.
Un abbraccione
Un abbraccione

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Re: "se fosse il mio sogno"

"Dove credete che siano andati gli unicorni, gli ippogrifi dagli occhi dolci e mansueti, le sirene gentili e aggraziate?
In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga
In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga
Re: "se fosse il mio sogno"
Ieri notte per la prima volta ho sognato il mio arrivo a Cambridge.
Arrivavo in questa casa senza incontrare nessuno, mi sistemavo nella mia stanza e mi mettevo in contatto con mia madre e mia sorella. Mentre ci parlo mi rendo conto di aver dimenticato di comprare il portatile, quindi sono lì con un senso di isolamento. Di punto in bianco mi chiedo come farò a scrivere, perché sono lì da sola, presumibilmente lo sarò per giorni, e non so come mettermi a scrivere. Vedo un diario su cui potrei scrivere ma non me la sento perché dopo dovrei comunque ricopiare tutto sul computer. Mia mamma mi rimprovera perché avrei dovuto organizzarmi prima e nel mentre entro nella cucina dove vedo due ragazzi (coinquilini), due adolescenti, ma io neanche li saluto e anzi chiudo la porta che da direttamente nella mia stanza.
Di questo sogno mi hanno colpito due sensazioni: la perfetta naturalità della vicenda (non provavo un senso di disagio) e contemporaneamente il forte senso di isolamento - o meglio ancora, del non sapere cosa fare. Mi colpisce il fatto che sbatto la porta in faccia ai due ragazzi senza neanche salutarmi o presentarmi. Sento che c'è qualcosa che mi sfugge, riuscite ad aiutarmi a trovarlo?
Arrivavo in questa casa senza incontrare nessuno, mi sistemavo nella mia stanza e mi mettevo in contatto con mia madre e mia sorella. Mentre ci parlo mi rendo conto di aver dimenticato di comprare il portatile, quindi sono lì con un senso di isolamento. Di punto in bianco mi chiedo come farò a scrivere, perché sono lì da sola, presumibilmente lo sarò per giorni, e non so come mettermi a scrivere. Vedo un diario su cui potrei scrivere ma non me la sento perché dopo dovrei comunque ricopiare tutto sul computer. Mia mamma mi rimprovera perché avrei dovuto organizzarmi prima e nel mentre entro nella cucina dove vedo due ragazzi (coinquilini), due adolescenti, ma io neanche li saluto e anzi chiudo la porta che da direttamente nella mia stanza.
Di questo sogno mi hanno colpito due sensazioni: la perfetta naturalità della vicenda (non provavo un senso di disagio) e contemporaneamente il forte senso di isolamento - o meglio ancora, del non sapere cosa fare. Mi colpisce il fatto che sbatto la porta in faccia ai due ragazzi senza neanche salutarmi o presentarmi. Sento che c'è qualcosa che mi sfugge, riuscite ad aiutarmi a trovarlo?

Re: "se fosse il mio sogno"
Se fosse il mio sogno mi troverei in una situazione per cui il mio critico interiore mi rimprovera di non sapere organizzarmi, mentre io sento di non avere i mezzi per esprimermi e per incidere sulla realtà. Mi trovo in una situazione di stallo dove il mio femminile non comunica col mio maschile. La risorsa è però che quel maschile c'è, è un maschile giovane che sta venendo fuori e che forse merita che io lasci la porta aperta 

Tutto per un'unica meraviglia.
Re: "se fosse il mio sogno"

*riflette*