Sono arrivata al limite: discoccupazione senza fine...
E' da una vita che combatto con quella mentalità. E' che la cultura fa paura, in qualunque campo sia impiegata.
L'università e lo studio in genere oltre ad essere una fonte di arricchimento economico personale e collettivo, sono soprattutto un percorso di crescita per la persona e per la collettività nel lungo termine.
L'università e lo studio in genere oltre ad essere una fonte di arricchimento economico personale e collettivo, sono soprattutto un percorso di crescita per la persona e per la collettività nel lungo termine.
esatto! è quel lungo termine che tentano di portarci via, e aimè ci riescono anche molto beneRemedi0s ha scritto:L'università e lo studio in genere oltre ad essere una fonte di arricchimento economico personale e collettivo, sono soprattutto un percorso di crescita per la persona e per la collettività nel lungo termine.

Tutto per un'unica meraviglia.
non quoto nessuno ma sono d'accordo con molte di voi.. in particolare penso anch'io che in caso di necessità estrema si fa qualsiasi cosa, specie se hai figli.. in merito al essere laureati io non lo sono, ho lavorato per anni in ufficio e mi è andata alla stra-grande perchè ho imparato un mestiere senza fare apprendistato (ora ne ho 24 ma non escludo che mi venga proposto in futuro), e svolgendo ruoli di responsabilità.. ora sono disoccupata perchè era diventato oneroso recarmi al lavoro.. (non mi pagavano da mesi e ho dovuto fare una scelta) comunque mi è capitato spesso di vedere annunci di call center che cercano persone laureate.. quindi il loro motto è : ti va bene? altrimenti avanti il prossimo! scusate se ho l'aria della collerica 

ho letto qua e la che uno si laurea per: cultura personale, battersi per qualcosa in cui credi, fare un lavoro che non sia inserimento dati o cose così...
forse è banale e scontato e sono assolutamente certa che non c'era quell'intento nelle vostre parole...ma mi piacerebbe fare una precisazione e spezzare una lancia a favore dei non laureati, che non si sono fernati al diploma perchè volevano fare lavori mediocri..ma forse perchè non potevano fare altrimenti....
Perchè quando si parla di disoccupazione a mio parere si fa un'eccessiva distinzione tra "disoccupati laureati" e "disoccupati".
Come se il "mio" essere disoccupata sia meno grave, come se alla fine non gravassimo tutti allo stesso modo su uno stesso piano di ammortizzazione sociale....
Sono consapevole comunque che la conoscienza di un ricercatore sia anche relativamente più pesante della manod'opera di un operaio, che senza la ricerca un paese è perduto, ma un paese ha bisogno di tutto, di metalmeccanici come di ricercatori, di politici, economisti e contadini...
forse è banale e scontato e sono assolutamente certa che non c'era quell'intento nelle vostre parole...ma mi piacerebbe fare una precisazione e spezzare una lancia a favore dei non laureati, che non si sono fernati al diploma perchè volevano fare lavori mediocri..ma forse perchè non potevano fare altrimenti....
Perchè quando si parla di disoccupazione a mio parere si fa un'eccessiva distinzione tra "disoccupati laureati" e "disoccupati".
Come se il "mio" essere disoccupata sia meno grave, come se alla fine non gravassimo tutti allo stesso modo su uno stesso piano di ammortizzazione sociale....
Sono consapevole comunque che la conoscienza di un ricercatore sia anche relativamente più pesante della manod'opera di un operaio, che senza la ricerca un paese è perduto, ma un paese ha bisogno di tutto, di metalmeccanici come di ricercatori, di politici, economisti e contadini...
Il cavallo arabo non è un semplice animale,
è un’unica armonia, quasi una sinfonia di bellezza e forza,
è, insomma, un momumento di perfezione...
è un’unica armonia, quasi una sinfonia di bellezza e forza,
è, insomma, un momumento di perfezione...
Greta, rispetto chi non è laureato esattamente come chi lo è, perché non è dalla laurea che si misura l'intelligenza o peggio il valore generale di una persona; conosco laureati totalmente imbecilli e non laureati molto intelligenti, e comunque l'intelligenza è solo una parte di una persona, non ne descrive il valore generale (posto che il valore generale di una persona sia descrivibile ma va be', non complichiamo troppo). Non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di specificare questa cosa, è scontata.
Sarebbe bello se si potesse trovare lavoro sia senza laurea sia con, e non essere obbligati a continuare gli studi o meno in base a costrizioni esterne. Purtroppo non è così, sia in un senso sia nell'altro.
Mi dispiace quando so che qualcuno vorrebbe continuare gli studi e la famiglia non se lo può permettere, perché chi ama la conoscenza e ama studiare dovrebbe poter andare avanti con le borse di studio e invece non è così. E viceversa l'università è piena dei perfetti imbecilli di cui parlavo sopra, gente che purtroppo esce di lì con un pezzo di carta che vale quanto il tuo e si crede anche geniale.
Però vorrei farti riflettere su un punto. Non sono classista, non tocco l'argomento del perché alcuni possono permettersi l'università e altri no altrimenti ci vorrebbe un nuovo thread (io me la sono potuta permettere perché i miei genitori, due dipendenti pubblici - che ricevevano uno stipendio già al netto - hanno fatto dei sacrifici per tutta la loro vita matrimoniale per permettere ai figli di studiare. Mi rendo conto solo adesso di quanto sia costato loro, quando ero più piccola non percepivo il sacrificio che c'era dietro). Però una persona che continua gli studi fa un investimento. Investe perché paga tasse, libri, in qualche caso paga una vita lontano da casa, se studia fuori sede, e paga perché negli anni in cui studia non lavora o fa lavori saltuari (ovviamente facendo un discorso generale), è ovvio ed è giusto che dopo la laurea ci si aspetti di recuperare il tempo "perso", e la fatica impiegata, ottenendo un lavoro più remunerativo, non solo sul piano economico ma anche esistenziale, altro che sentirsi dire "bamboccioni".
E nel caso in cui gli studi siano resi possibili dalle borse di studio è a maggior ragione da esigere che il laureato che ha ricevuto il sostegno dei soldi pubblici faccia fruttare la propria laurea portando benessere (economico, intellettivo...) alla società.
Cioè, in Italia siamo all'assurdo di doverci sentire stupidi, fancazzisti, bamboccioni e rogne per la società per il fatto di aver proseguito gli studi, invece che risorse per la società.
Sarebbe bello se si potesse trovare lavoro sia senza laurea sia con, e non essere obbligati a continuare gli studi o meno in base a costrizioni esterne. Purtroppo non è così, sia in un senso sia nell'altro.
Mi dispiace quando so che qualcuno vorrebbe continuare gli studi e la famiglia non se lo può permettere, perché chi ama la conoscenza e ama studiare dovrebbe poter andare avanti con le borse di studio e invece non è così. E viceversa l'università è piena dei perfetti imbecilli di cui parlavo sopra, gente che purtroppo esce di lì con un pezzo di carta che vale quanto il tuo e si crede anche geniale.

Però vorrei farti riflettere su un punto. Non sono classista, non tocco l'argomento del perché alcuni possono permettersi l'università e altri no altrimenti ci vorrebbe un nuovo thread (io me la sono potuta permettere perché i miei genitori, due dipendenti pubblici - che ricevevano uno stipendio già al netto - hanno fatto dei sacrifici per tutta la loro vita matrimoniale per permettere ai figli di studiare. Mi rendo conto solo adesso di quanto sia costato loro, quando ero più piccola non percepivo il sacrificio che c'era dietro). Però una persona che continua gli studi fa un investimento. Investe perché paga tasse, libri, in qualche caso paga una vita lontano da casa, se studia fuori sede, e paga perché negli anni in cui studia non lavora o fa lavori saltuari (ovviamente facendo un discorso generale), è ovvio ed è giusto che dopo la laurea ci si aspetti di recuperare il tempo "perso", e la fatica impiegata, ottenendo un lavoro più remunerativo, non solo sul piano economico ma anche esistenziale, altro che sentirsi dire "bamboccioni".

Cioè, in Italia siamo all'assurdo di doverci sentire stupidi, fancazzisti, bamboccioni e rogne per la società per il fatto di aver proseguito gli studi, invece che risorse per la società.
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Il mio blog
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Quoto Vera, però facciamo un passo indietro.
Si è partiti dalla domanda: vi adattereste a svolgere lavori pesanti in caso di necessità o è vero che alcuni lavori dagli italiani/giovani/laureati ecc non vogliono essere svolti?
Io ho ribaltato la domanda ponendo l'attenzione sul fatto che non sono necessariamente sempre i lavoratori (diplomati, laureati, stranieri, italiani che siano) che non si adattano ma spesso sono anche le aziende che tendono a scartare chi è troppo qualificato per il profilo richiesto.
Almeno questa è l'impressione che mi sto facendo in base al rapporto di cv inviati/offerte di lavoro ricevute da quando ho cominciato a lavorare (fine 2003) a oggi, poi potrebbe non essere così.
Si è partiti dalla domanda: vi adattereste a svolgere lavori pesanti in caso di necessità o è vero che alcuni lavori dagli italiani/giovani/laureati ecc non vogliono essere svolti?
Io ho ribaltato la domanda ponendo l'attenzione sul fatto che non sono necessariamente sempre i lavoratori (diplomati, laureati, stranieri, italiani che siano) che non si adattano ma spesso sono anche le aziende che tendono a scartare chi è troppo qualificato per il profilo richiesto.
Almeno questa è l'impressione che mi sto facendo in base al rapporto di cv inviati/offerte di lavoro ricevute da quando ho cominciato a lavorare (fine 2003) a oggi, poi potrebbe non essere così.

Dio ci ha dato due orecchie ed una sola bocca per ascoltare almeno il doppio di quanto diciamo. (Epitteto)
Secondo me non è solo una tua impressione...Lizzy79 ha scritto:spesso sono anche le aziende che tendono a scartare chi è troppo qualificato per il profilo richiesto.
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E' un'impressione che ho avuto anch'io. Almeno per alcuni lavori, quando al colloquio scoprono che sei laureata fanno una faccia strana..
Vera: sono d'accordissimo con te!
Questo l'ho notato anch'io! Come se fosse inaccettabile che un laureato sia disoccupato, mentre se un non laureato non trova lavoro è normale quasi "se lo merita". Però non è giusto: ognuno ha diritto ad avere un lavoro, proporzionato alle proprie capacità, conoscenze, esperienze..Greta1987 ha scritto:quando si parla di disoccupazione a mio parere si fa un'eccessiva distinzione tra "disoccupati laureati" e "disoccupati".
Come se il "mio" essere disoccupata sia meno grave
Vera: sono d'accordissimo con te!
Ciao a tutte, è tanto che non partecipo a questo forum, brutto periodo, fitto di problemi e preoccupazioni. Sei mesi fa, ne avevo parlato anche con voi, l'azienda per la quale lavoravo è fallita e improvvisamente mi sono dovuta confrontare con una dura realtà: trovare un lavoro è diventato impossibile, almeno per me. Premetto che sono laureata ma durante gli anni universitari ho sempre lavorato a tempo pieno per pagarmi studi, vitto e alloggio. Per lo più ho lavorato come commessa e quasto era il lavoro che svolgevo per l'azienda fallita. Dopo il fallimento ho trascorso l'estate a cercare disperatamente lavoro senza successo; ad ottobre sono stata richiamata dall'azienda che aveva acquistata all'asta la precedente e, dopo avermi costretta ad accettare condizioni alquanto discutibili che pur di tornare a lavorare ho mandato giù, alla fine del periodo di prova non mi ha confermato il contratto. Ora sono di nuovo al punto di partenza, cerco lavoro e credo che dovrò differenziare il mio curriculum a seconda del destinatario: per lavori come commessa o affini toglierò la laurea come titolo di studio, per i lavori d'ufficio proverò a lasciarla valutando in seguito come agire. Purtroppo ho notato che nonostante io sia disposta a qualsiasi tipo di occupazione, l'essere laureata rappresenta un ostacolo in molti casi: più volte mi sono sentita dire che un determinato lavoro non corrispondeva al mio profilo, ho chiesto ad esempio di andare a fare le pulizie, insomma se va bene a me qual'è il problema? Niente... e nonostante 10 anni di esperienza nel commercio non riesco neanche ad ottenere colloqui, mentre le mie ex colleghe, alcune neanche diplomate, hanno già trovato lavoro nel settore. Nel mio settore di studi invece non vengo presa in considerazione perchè non ho esperienza, l'età dell'apprendistato ormai l'ho superata e quindi sono fuori dai giochi. Non so più che fare, ho un figlio da mantenere e una casa da pagare.... Sono sfiduciata, davvero, ed ora come ora penso solo ai tanti sacrifici per conseguire un titolo di studio che paradossalmente si sta rivelando un ostacolo