allora..
solitudine in senso lato: sono figlia unica, quindi abituata ai pomeriggi in solitudine, quando i miei erano al lavoro. Per questo e anche per una mia inclinazione personale, percepisco la solitudine come una condizione normale, di base, mentre i momenti in cui sono in compagnia sono degli intervalli che si inseriscono nel tempo della solitudine. E il tempo pomeridiano della solitudine è quello in cui faccio le cose, sia di studio, sia svariati hobby, sia ozio..
Naturalmente rispetto a questa percezione di base della solitudine si sono aggiunte delle altre idee, infatti mi è capitato di "sentirmi sola" anche se ero come sempre nella normale solitudine, in particolare quando sentivo di non aver creato altro che legami superficiali con le persone in una nuova città. Mi ricordo che questo mi ha messo una gran tristezza! Però ho rimediato nei mesi successivi

In sostanza credo di aver capito che la serenità del tempo della solitudine dipenda molto dalla qualità del tempo in compagnia. E forse viceversa! Insomma, la solitudine è importante per il mio equilibrio, ma lo è anche la compagnia
solitudine in senso affettivo: devo dire che mi mette più in difficoltà la compagnia in senso affettivo, cioè non potrei stare con una persona che mi sta vicina a tutte le ore del giorno! Non ho mai convissuto, ma l'idea mi sembra problematica.
La solitudine vabè anche quella è una condizione di partenza.
