Io credo che si debba partire dal concetto di “ecobio”.
Certamente questo balsamo non inquina (o meglio, inquina meno rispetto a tanti altri), ma per me non è ecobio.
Perché?
Per i motivi esposti da Nameless.
Allora non mi si pone proprio il problema “lo compro o non lo compro”, perché per me essere, ed usare ecobio, non è il semplice momento in cui apro il rubinetto dell’acqua per sciacquare via il prodotto. Essere ecobio è per me fare una serie di scelte che stanno
a monte dell’acquisto del prodotto, e che
terminano con il reimmettere nell’ambiente il prodotto. Quello che intendo è che io quando faccio un acquisto, proprio perché spendo 8€ e non 3 per un balsamo, mi informo sul perché di quei 5€ in più, per cui reintrodurlo nell’ambiente non è che
l’ultimo di una serie di gesti che compio con consapevolezza (o almeno ci provo

).
Il balsamo della Garnier può essere considerato verde in senso relativo, ma non certo assoluto.
Sappiamo noi, ad esempio, cosa ne fanno le ditte degli scarti della lavorazione? Quanta/quale acqua usano? E le confezioni? Sono, ad esempio, di plastica riciclata?
Sono tantissimi i fattori da tenere in conto, prima di affermare con sicurezza che pagare un balsamo 8-10€ è un furto
Il “cadere in tentazione” di cui parlava ktt87 credo si riferisca a chi normalmente può acquistare il balsamo da 8-10€.
Se questa persona un giorno decide di comprare questo balsamo, quello è un cadere in tentazione.
Chi invece non può/non vuole comprarlo, e normalmente deve per forza di cose ripiegare su un prodotto non ecobio, sicuramente compirà un gesto più “verde” , utilizzandolo. Ma sempre in senso relativo.
Allo stesso tempo mi capita spesso di pensare che per un motivo o per l’altro potrei trovarmi nell’impossibilità di spendere quei famosi 5€ in più per il balsamo, e allora in quel caso penserei di acquistare un prodotto della Garnier, purchè verde….o meglio ancora copierei l’idea di valent1na
valent1na ha scritto:
poi, piccola idea che mi è venuta ora, ma non è meglio chiedere a una spalmina della vostra zona di spignattervelo e pagate lei?
insomma non cedete
Torna in Italia così me lo fai tu il balsamo!
Per questo neanch’io me la sento di condannare chi intende comprarlo, se animato da buone intenzioni.
Proprio perché penso che ognuno abbia un concetto diverso di ecobio (ne parlammo, a suo tempo, nel thread “ecobio e compromessi”), non mi sento affatto una fanatica, e per questo non posso sentirmene offesa, visto che non credo mi riguardi

.
Anzi, penso non riguardi nessuna di noi sul forum, dal momento che ognuna di noi sa di cosa parla, sa cosa vuole, conosce i propri e gli altrui limiti, e parla e agisce in modo corretto e civile. Se ognuno è libero di fare ciò che vuole, usare il balsamo Garnier, ma anche quello Pantene, Sunsilk…allora anch’io sarò libera di non farlo

Mi piacerebbe non leggere più la parola “fanatica” associata a questo forum, pur se detta chiaramente senza intento di offendere…secondo voi chiedo troppo?
Sul dire che magari qualcuno usando questo prodotto inizierà a porsi domande su inquinamento, biodegradabilità ecc, io non ci giurerei, o quanto meno non direi che è così immediato.
Io ho usato per anni gli oli dei Provenzali, senza sapere la differenza fra questi e l’olio Johnson. Ero una consumatrice ecobio (in quest'ambito) inconsapevole, e tale sono rimasta per anni. C’è voluto altro per svegliarmi. E questo nonostante le etichette dei prodotti Provenzali riportino informazioni utili in tal senso. Certo, sono stata poco attenta io…ma non credo di essere stata l’unica. Questo balsamo dice qualcosa riguardo il suo essere verde? Perché se la risposta è negativa, tutti gli aspetti positivi resteranno in ombra. Anzi, chi usa lo shampoo al silicone, molto probabilmente non ci si troverà bene. Se ho capito bene, è certificato? E chi sa cosa sono le certificazioni? Noi stesse spesso ci perdiamo, e Barbara ha sentito la necessità di fare un video per fare un po’ di chiarezza! Ok, dice biodegradabile al 92%...ma non so se basta per accendere la curiosità.
Per tutti questi motivi ritengo che chi dice che “è sbagliato vendere un balsamo a 8€ perché è ecobio” incorra a sua volta in errore.
Sappiamo che sono tanti i fattori che fanno il prezzo di un prodotto, non ultimo il fatto che stiamo parlando di un’azienda planetaria….ma come si fa a paragonarla ai piccoli produttori locali? Perché è questo che si fa, quando si dice che è sbagliato vendere un balsamo a 8€ (piccola azienda ecobio) piuttosto che a 3 (grande azienda che vende in tutto il mondo, basandosi sul marketing aggressivo). Io non vedo le piccole aziende come i santi…ma sicuramente come persone che contribuiscono a rendere il mondo un posto migliore.
Credo che siamo tutte d’accordo sul fatto che sia meglio usare un balsamo così piuttosto che uno con siliconi, cetrimonium, parabeni, ecc. Però non si deve cercare di far passare la propria scelta come la migliore, solo perché è la “nostra” scelta, e quindi trovare motivazioni che a ben pensarci non hanno poi tanto fondamento.
Parlo anche per me, eh…io ritengo che la mia scelta sia la migliore nell’ambito delle mie possibilità, e tutti dovrebbero chiedersi dove effettivamente si possano spingere queste possibilità.