...Rilettura..
Libro di 160 pagine occupato per un quarto dalla prefazione di Gianni Celati che cerca di descrivere vita, opere e sogni di Brian O' Nolan , qui con lo pseudonimo Flann O'Brien e con il libro tradotto dall'edizione Inglese e non da quella Gaelica con cui fu scritto con altro pseudonimo, e che ci riesce in buona parte....
Il romanzo benchè sia traduzione di una traduzione, secondo i critici che san di gaelico, non ha perso la musicalità dell'originale..ci tocca fidarci!!

E' una critica esilarante al mondo gaelico non in quanto tale, ma come lo vedono i "cittadini" dublinesi di inizio secolo, per i quali la vita ad ovest, nel Connemara, nel Dingle o sulle Rosses del Donegal è simbolo di pioggia su pioggia, miseria su miseria, bevute su bevute, simbologia, tradizioni balzane, folletti, mostri marini e tuti i clichè che accompagnano ancora ai giorni nostri le zone Gaeltacht dell'isola verde...quindi critica alle convinzioni cittadine...come a dire vi racconto le cose in modo così assurdo che non potete far altro che dubitare delle vostre convinzioni...oppure no?

..oppure è l'ennesima dimostrazione d'amore verso quelle tradizioni, quella musicalità, quei simboli così abusati eppure ancora così veri?? di sicuro per apprezzare l'assurdità della narrazione bisogna calarsi nella lettura liberi da ogni convinzione che ci si possa essere fatti sia dedotta dalle letture sull'ovest irlandese , sia vissute di persona....
....io posso solo dirvi che per avere un'indicazione stradale nel Burren ho dovuto bere 2 Guinnes , offrire un giro io stesso, aspettare che finissero di litigare sul percorso più breve ( nel frattempo sia mia moglie che gli altri due amici erano entrati nel pub pure loro) mangiare 3 ostriche , che così buone le hanno solo loro ( sabbia compresa


....Voto 89/100
Bye , Mauro
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