
http://www.corriere.it/salute/10_luglio ... aabe.shtml
Leggende metropolitane sui cosmetici: ecco come nascono in rete
Ricostruita la storia dei tre falsi allarmi più clamorosi che continuano a girare sul web Un mix di verità ed equivoci alimentato dal tam-tam in rete
MILANO - È probabilmente capitato a tutti di leggerle e rileggerle, ma dove? Di sicuro era sullo schermo di un computer, ma era una e-mail "girata" da un'amica premurosa e preoccupata, che a sua volta l'aveva ricevuta da un'amica? O qualcosa letto su un blog? Se ne discuteva in un forum al femminile? Le notizie, comunque, erano allarmanti: rossetti al piombo; bagno schiuma, shampoo, dentifrici e deodoranti cancerogeni. E provando a digitare le parole incriminate, su un qualsiasi motore di ricerca, comparivano e compaiono molte pagine web che confermano la pericolosità di questi prodotti. Sono anni e anni che queste notizie girano e vengono regolarmente smentite da enti pubblici vari, ma altrettanto regolarmente vengono rilanciate da persone che sembrano, in buona fede, convinte della loro veridicità. Eppure ancora un anno fa la Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari, farmaceutici e cosmetici, pur assicurando che avrebbe continuato a monitorare la situazione, confermava che i livelli di piombo contenuti nei rossetti erano nei limiti previsti. Ma il popolo del web, o almeno una parte, non è affatto convinta e un dubbio effettivamente viene: ma questo piombo perché non levarlo del tutto, invece che limitarsi a limitarlo? E qualche dubbio viene anche per gli altri prodotti citati. Ma andiamo con ordine. Chiarisce Marina Marinovich, presidente della Società italiana di tossicologia e docente di tossicologia al Dipartimento di Scienze farmacologiche dell'Università di Milano: «Il piombo non viene messo intenzionalmente nei rossetti per assicurarne la persistenza, come sostengono diverse "bufale" che girano su Internet. Il piombo è un inquinante ambientale e può capitare di trovarne tracce minime anche nei rossetti. In questa notizia, ma anche nelle altre citate, c'è sempre un fondo di verità, mischiato, però, a equivoci». In che senso? «Se mi chiedono: il piombo è tossico? Io, naturalmente, rispondo di sì, ma per parlare di rischio ci vuole una combinazione tra tossicità e grado di "esposizione", bisogna cioè chiarire a quanta sostanza tossica si è esposti, in che modo e per quanto tempo. Le domande sono: quanto piombo c'è nei rossetti? E come viene in contatto con l'organismo? Lo mangiamo? Lo mettiamo solo sulle cute e magari ne ingoiamo anche un po' mordicchiandoci le labbra? Per quanto tempo permane? La valutazione del rischio è una procedura ben consolidata: prevede l'analisi di un complesso dossier tossicologico che spazia dalle simulazioni al computer ai (quando è necessario) test sugli animali» spiega Marinovich. E che dire dell'altra storia "nera" sui cosmetici, quella relativa ai prodotti che fanno schiuma - bagni-doccia, shampoo, dentifrici - che conterebbero il Sodio lauretil solfato, un cancerogeno? «Anche qui, il solito mix di verità e confusione. È vero che questa sostanza c'è, ma non è vero che è cancerogena.
LA MAIL «RUBATA» - L'equivoco nasce da un e-mail inviata a un vero Istituto oncologico, raccolta da una segretaria - non da un medico - che, a sua volta, la inviò a un'altra persona. Il tutto senza accorgersi del fatto che nella mail era presente il marchio dell'Istituto. La mail originale non aveva riferimenti bibliografici e la fonte non era certa, ma la notizia ha cominciato a girare e da allora, dieci anni fa, non ha fatto che rimbalzare da un punto a un altro della rete». E la storia dei deodoranti cancerogeni, come è nata? «All'origine — racconta la tossicologa — c'è una reale ricercatrice, Gabriela Casanova Larrosa, al lavoro alla Facoltà di scienze della Repubblica Orientale dell'Uruguay che ha però smentito di aver mai dato questa notizia». E nella smentita (data a Disinformatico.info, vedi qui a fian co), la ricercatrice affermava: «Non sono io la fonte del messaggio riguardante il tumore al seno e gli antitraspiranti». E aggiungeva: «Sono semplicemente vittima di un episodio di "spamming" o qualcosa di simile; qualcuno ha preso la mia "autofirma" (senza il mio permesso) e l'ha aggiunta in fondo alla diceria che voleva diffondere, per renderla più "credibile". Chi ha fatto questo, credo si diverta a vedere con che velocità la diceria si diffonde». «E anche se un ricercatore, analizzando i linfonodi di una donna operata per tumore al seno, rilevasse la presenza di ingredienti di prodotti deodoranti, questo non significherebbe ancora nulla — puntualizza Marinovich —. Si tratterebbe della presenza concomitante di due fattori, ma non di una relazione causa- effetto». Ma questi "tormentoni" perché nascono? «Il più delle volte, credo, per scarsa conoscenza o come divertissement e qualche altra volta per danneggiare qualcuno e favorire altri. Per esempio, chi dichiara di non usare comunque gli ingredienti "chiacchierati"— risponde Elio Mignini, presidente della Società italiana di chimica e scienze cosmetologiche, Società che all'argomento ha appena dedicato un convegno — .Tutto è perfettibile, ma se le aziende rispettano la normativa sui cosmetici, i prodotti sono sufficientemente garantiti. Le maggiori autorità mediche e scientifiche, e i più autorevoli cosmetologi, hanno contribuito all'individuazione e alla minimizzazione dei rischi connessi con l'uso di questi prodotti. Non vedo come qualsiasi altra autorità, o pseudo tale, che si fa avanti su Internet, possa pretendere di garantire una migliore protezione ai consumatori».
Daniela Natali
COsmetici: i Veri rischi
Quando invece sospettare è lecito
«Ci sono le sostanze tossiche che non possono essere utilizzate, ma ogni giorno ci troviamo alle prese con molecole nuove di cui non conosciamo a fondo gli effetti»
MILANO - Solo "bufale", allora, le notizie allarmanti che girano sui cosmetici? Tutti perfettamente sicuri i prodotti in commercio? Marcello Monti, docente di dermatologia all'Università di Milano non ne è del tutto sicuro. «Sono d'accordo nel definire "bufala" la storia dei prodotti schiumogeni cancerogeni e mi sembra logica la spiegazione data per la leggenda "nera" sui deodoranti. Quanto ai rossetti al piombo, certamente quelli acquistati da aziende note, che rispettano le regole, sono sicuri, ma non metterei la mano sul fuoco per quelli comprati a bassissimo prezzo, provenienti da non si sa dove». Un giudizio più generale sui cosmetici? «È qui che sorgono i veri dubbi. Anche se c'è un elenco delle sostanze tossiche - dall'arsenico al mercurio, dalla nicotina a molti idrocarburi - che, secondo la normativa europea, non possono essere utilizzate, ogni giorno ci troviamo alle prese con molecole nuove delle quali non conosciamo a fondo gli effetti. E anche quando li conosciamo, come accade per alcuni filtri chimici dei solari (ad esempio, l'Avobenzone), di cui è documentata l'azione estrogenica, la sostanza continua ad essere presente nei prodotti. Ma più ancora dei pericoli noti, mi spaventano quelli ignoti» dice Monti. Qualche sospetto preciso? «Mi preoccupano gli acrilati e i siliconi che vengono usati per stabilizzare molti cosmetici, come rossetti, idratanti, creme, fondo tinta. Queste sostanze, che generalmente vengono applicate ogni giorno, dalla cute passano nel torrente sanguigno e da lì si diffondono in tutto il corpo, accumulandosi in tessuti ed organi. Nessuno sa se, sommati ad altri inquinanti ambientali, possano, o non possano, dare origine a fenomeni di intossicazione» risponde l'esperto.
I TEST PER LA SICUREZZA - Ma non vengono fatti test per provare la sicurezza dei cosmetici? «Certo, vengono fatti, ma, a mio parere, sono insufficienti. Si va soprattutto a verificare — chiarisce Monti — la possibilità di suscitare reazione allergiche con test di tolleranza, ma non sappiamo nulla degli effetti da assorbimento a lungo termine». Ci sono altre sostanze che non lasciano del tutto tranquilli? «Due molto utilizzate: la glicerina e la paraffina e non perché sono derivati del "cattivo" petrolio, ma perché possono contenere notevoli impurità potenzialmente cancerogene. Perché, allora, non utilizzare gli equivalenti sintetici di entrambe, perfettamente "puri"?» E le tinture per capelli che godono di cattiva fama? È immeritata? «Oggi — conclude Marcello Monti — le tinture sono sicure anche perché sono migliorate le tecniche di applicazione, più rapide ed efficaci. Certo il problema allergie esiste in questo caso e per tutti i cosmetici, ed è praticamente impossibile evitarlo, ma è di facile risoluzione: basta non avere ulteriori contatti con la sostanza che si è scoperta "colpevole"». A proposito di allergie, arriva il monito dell' Associazione di consumatori "Altroconsumo": «Ricordiamoci che nessuno prodotto, anche se l'etichetta lo dichiara, può essere "anti-allergenico". C'è un'ipersensibilità individuale che rende ogni persona diversa dalle altre e per scatenare una reazione allergica basta anche una quantità minima di prodotto. Al massimo, quindi, un cosmetico può essere definito ipoallergenico perché non contiene alcuni degli allergizzanti più noti come, per esempio, il nichel. Attenti, anche ai cosmetici bio o verdi: spesso si presentano come tali, usando semplici "trucchi" - come la confezioni di colore verde o slogan tipo "naturale", oppure "con mandorle", "con olio d'oliva" " e così via -, per sincerarsi di ciò che contengono realmente non resta che leggere bene la composizione sull'etichetta».