Ditemi voi come fate (riflessioni sulla temperanza)
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- Messaggi: 1446
- Iscritto il: martedì 11 marzo, 2008 12:55
i vegani rifiutano tutte le medicine e i trattamenti terapeutici sperimentati su animali.
Devo essere onesta, però e spero che nessuno mi dia dell'ipocrita:
io sono vegana da oltre dieci anni e in questo stile di vita ho coinvolto mio figlio che allora ne aveva 7.
l'ho coinvolto perchè, oltre ad amare moltissimo gli animali, credo fermamente che essere vegan sia l'unica soluzione a tanti problemi come l'inquinamento, la fame nel mondo, e che sia anche l'alimentazione migliore per la salute dell'uomo.
Noi per fortuna (o magari perchè siamo vegan
), godiamo di un'ottima salute, è da almeno 8 anni che non ci prendiamo più neanche un raffreddore, la mia dottoressa quando facciamo gli esami del sangue ci dice sempre che sono tanto perfetti da essere noiosi
Ecco, purtroppo ci sono tante malattie, tante patologie e persone che stanno male...francamente io forse potrei rifiutare delle cure mediche per me stessa, ma come ho voluto fare la chemio alla mia cagnolina, assolutamente farei lo stesso per mio figlio.
questa purtroppo è una grande contraddizione, ma so già che lo farei!
Devo essere onesta, però e spero che nessuno mi dia dell'ipocrita:
io sono vegana da oltre dieci anni e in questo stile di vita ho coinvolto mio figlio che allora ne aveva 7.
l'ho coinvolto perchè, oltre ad amare moltissimo gli animali, credo fermamente che essere vegan sia l'unica soluzione a tanti problemi come l'inquinamento, la fame nel mondo, e che sia anche l'alimentazione migliore per la salute dell'uomo.
Noi per fortuna (o magari perchè siamo vegan


Ecco, purtroppo ci sono tante malattie, tante patologie e persone che stanno male...francamente io forse potrei rifiutare delle cure mediche per me stessa, ma come ho voluto fare la chemio alla mia cagnolina, assolutamente farei lo stesso per mio figlio.
questa purtroppo è una grande contraddizione, ma so già che lo farei!

Oddio a me veramente non risulta... cioè, so che ci si pone il problema, ma non credo che di fronte all'esigenza di prendere determinati farmaci, tutti i vegani rifiutino.cri66 ha scritto:i vegani rifiutano tutte le medicine e i trattamenti terapeutici sperimentati su animali.
(Che poi allora non ci si dovrebbe nemmeno lavare dato che tutte le materie prime, almeno una volta, anche se in passato, il test sugli animali l'hanno visto...)
Tutto per un'unica meraviglia.
eh, hai detto la parolina magica...barbara ha scritto:ma non credo che di fronte all'esigenza di prendere determinati farmaci, tutti i vegani rifiutino.

Altri che invece prendono medicine naturali, oppure che seguono le cure classiche con medicine normali.
Credo che dipenda dalla propria coscienza, no?
Il discorso della chemio a cui sottoposi la mia cagnolina..io so benissimo che ci sono stati centinaia e centinaia di animali morti per la ricerca dei tumori sia agli umani che ai cani...alcuni vegani (e ti assicuro che ne conosco) avrebbero rifiutato le cure, io non potevo farcela, volevo che Lola si salvasse (cosa che purtroppo non è successa).
per il discorso detergenti, saponi, cosmetici è veramente complesso. io come ho già detto utilizzo per la casa bicarbonato, aceto, soda. i cosmetici compro solo quelli non testati (ma comunque il marchio ICEA garantisce solo che da una certa data in avanti non sono stati testati), per lavarmi uso solo il sapone che faccio io. con la soda caustica, vero...anche se mi auguro che la soda,dal momento che è in circolazione da più di 100 anni, non si testi più sugli animali!
Tantissime materie prime non si testano più ma lo sono state in passato, così come tantissimi medicinali non si testano più ma lo sono stati in passato*.
Per cui se uno veramente non volesse usare nulla che non sia stato testato MAI, allora dovrebbe eliminare anche la detergenza e la cura della persona.
Questo intendevo dire.
Il fatto della coscienza è individuale, ma credo che sia solo una minoranza di vegani il rifiuto totale delle medicine.
E personalmente me lo auguro.
* senza contare che è in atto il REACH, chi è interessato trova online molte info, non ne parlo qui anche perchè sarei OT.
Per cui se uno veramente non volesse usare nulla che non sia stato testato MAI, allora dovrebbe eliminare anche la detergenza e la cura della persona.
Questo intendevo dire.
Il fatto della coscienza è individuale, ma credo che sia solo una minoranza di vegani il rifiuto totale delle medicine.
E personalmente me lo auguro.
* senza contare che è in atto il REACH, chi è interessato trova online molte info, non ne parlo qui anche perchè sarei OT.
Tutto per un'unica meraviglia.
non te lo so dire quanti sono, alcuni come ho detto ne conosco..così come ne conosco altri che si professano vegani e mangiano di nascosto la mozzarella..barbara ha scritto: Il fatto della coscienza è individuale, ma credo che sia solo una minoranza di vegani il rifiuto totale delle medicine.
E personalmente me lo auguro.
comunque non voglio dare adito a dibattiti che riguardano la salute, l'alimentazione e lo stile di vita che ogni persona è libera di perseguire come meglio crede.
io stessa, dieci anni fa' quando ho intrapreso questa strada (ed in mancanza di informazioni e di internet) mi sono fatta consigliare dalla mia dottoressa per me e soprattutto per mio figlio!
scusatemi l'OT

- rosessenza
- Messaggi: 86
- Iscritto il: venerdì 07 agosto, 2009 02:56
ma che bel 3d!!!
quoto azahar... condurre uno stile di vita ecocompatibile non significa dare una mano di cipria alla casa o modificare l'aspetto dell'individuo... se la consapevolezza che è meglio girare il timone la si raggiunge ad un determinato momento del nostro percorso, è da quel momento che si opereranno le scelte coerenti col nostro nuovo modo di intendere le cose... cercare di cancellare tutto ciò che è stato prima significherebbe, oltre ad insultare la nostra memoria, generare inutilmente una grande quantità di rifiuti, sostituendo ciò che possediamo con altri beni che, comunque, hanno un loro ciclo di produzione e sono a loro volta destinati a divenire rifiuti, per quanto a basso impatto ambientale.
mi trovo in accordo con molte delle cose scritte, ma contrariamente a quanto spesso leggo su questo forum, non ho mai perso l'abitudine di frequentare i negozi specializzati a favore delle grandi catene... preferisco spendere qualcosa in più (cosa non sempre vera, tra l'altro) e dare il mio contributo alle aziende che il biologico e l'ecosostenibile l'hanno fatto nascere, e hanno cercato di diffonderlo combattendo con mille difficoltà, piuttosto che lasciare i miei denari a chi ha sempre cercato di convincermi che erano tutte bufale, che coltivare con metodi biologici e biodinamici non era possibile, e che insulta il consumatore consapevole posando sullo stesso scaffale un prodotto bio a fianco di uno di una multinazionale che opera per mantere inginocchiato il pianeta.
in questi ultimi dieci anni ho assistito all'annientamento di aziende biologiche e biodinamiche di rara bellezza, schiacciate dalle medesime logiche di mercato che tengono al giogo le popolazioni del terzo mondo.
da quando la comunità europea ha concesso gli aiuti al biologico, che fino ad allora si era sempre sostenuto grazie alla convinzione di produttori e consumatori che fosse doveroso operare all'interno di un sistema eco-compatibile, un esercito di grandi aziende, fino al giorno prima assolutamente indifferenti alla cosa, si sono improvvisate maestre di biologico e sfornano prodotti spesso coltivati su appezzamenti la cui maggior estensione continua ad essere invece destinata, dalla medesima azienda, al mercato convenzionale.
i piccoli produttori, i veri artigiani ed artefici del bio, non sono in grado di competere con i latifondisti, come è sempre stato, e le loro piccole produzioni non possono collocarsi sugli scaffali della grande distribuzione, per motivi diversi, non ultimo quello economico.
molte delle persone che hanno dato origine alla rivoluzione verde negli anni '60 e '70, semplicemente perchè non volevano avvelenare i propri figli con il cibo industriale, non sono riuscite a far fronte al saccheggio operato dai grandi produttori, e le loro aziende si sono estinte.
tutto questo, oltre che essere eticamente ingiusto, rischia di compromettere un patrimonio unico, fatto di conoscenze antiche proprie della civiltà contadina, di rapporti umani estranei alle logiche di mercato perseguite dai grandi gruppi, e, soprattutto, rischia di far morire il biologico in una bolla di sapone dove il rispetto per la terra, per il prodotto, per la biodiversità, si estinguono a favore del consumo di scartoffie e certificazioni necessarie a far arrivare sullo scaffale un prodotto col marchio bio.
personalmente mi guardo bene dal dare il mio contributo a chi sta facendo morire questa comunità di "visionari" dell' eco-compatibile... i negozi che frequento sono quelli dove trovo persone competenti, in grado di raccontarmi dei pregi e delle virtù del cibo, di offrirmi rarità abbandonate dall'agricoltura intensiva perchè meno produttive, ed ancora capaci di fermarsi a barattare col cliente un po' della loro umanità, poco inclini a farsi dominare dalla nevrosi che vedo sempre più diffusa negli ipermercati.
certo, qualcosa in più mi costerà, ma un mondo migliore ha il suo prezzo... preferisco rinunciare ad avere l'ultimo telefonino con gli mp3 e il caffè espresso, o alla tv, che non possiedo, ma per nessuna ragione al mondo tradirei questo esercito di individui che tanto hanno fatto per imprimere una svolta ai consumi e al pianeta... l'equo solidale non è solo verso i campesinos... ci sono tante persone, che hanno fatto tanto per noi, e che oggi hanno bisogno del nostro sostegno, anche tra i nostri agricoltori, artigiani, negozianti.

quoto azahar... condurre uno stile di vita ecocompatibile non significa dare una mano di cipria alla casa o modificare l'aspetto dell'individuo... se la consapevolezza che è meglio girare il timone la si raggiunge ad un determinato momento del nostro percorso, è da quel momento che si opereranno le scelte coerenti col nostro nuovo modo di intendere le cose... cercare di cancellare tutto ciò che è stato prima significherebbe, oltre ad insultare la nostra memoria, generare inutilmente una grande quantità di rifiuti, sostituendo ciò che possediamo con altri beni che, comunque, hanno un loro ciclo di produzione e sono a loro volta destinati a divenire rifiuti, per quanto a basso impatto ambientale.
mi trovo in accordo con molte delle cose scritte, ma contrariamente a quanto spesso leggo su questo forum, non ho mai perso l'abitudine di frequentare i negozi specializzati a favore delle grandi catene... preferisco spendere qualcosa in più (cosa non sempre vera, tra l'altro) e dare il mio contributo alle aziende che il biologico e l'ecosostenibile l'hanno fatto nascere, e hanno cercato di diffonderlo combattendo con mille difficoltà, piuttosto che lasciare i miei denari a chi ha sempre cercato di convincermi che erano tutte bufale, che coltivare con metodi biologici e biodinamici non era possibile, e che insulta il consumatore consapevole posando sullo stesso scaffale un prodotto bio a fianco di uno di una multinazionale che opera per mantere inginocchiato il pianeta.
in questi ultimi dieci anni ho assistito all'annientamento di aziende biologiche e biodinamiche di rara bellezza, schiacciate dalle medesime logiche di mercato che tengono al giogo le popolazioni del terzo mondo.
da quando la comunità europea ha concesso gli aiuti al biologico, che fino ad allora si era sempre sostenuto grazie alla convinzione di produttori e consumatori che fosse doveroso operare all'interno di un sistema eco-compatibile, un esercito di grandi aziende, fino al giorno prima assolutamente indifferenti alla cosa, si sono improvvisate maestre di biologico e sfornano prodotti spesso coltivati su appezzamenti la cui maggior estensione continua ad essere invece destinata, dalla medesima azienda, al mercato convenzionale.
i piccoli produttori, i veri artigiani ed artefici del bio, non sono in grado di competere con i latifondisti, come è sempre stato, e le loro piccole produzioni non possono collocarsi sugli scaffali della grande distribuzione, per motivi diversi, non ultimo quello economico.
molte delle persone che hanno dato origine alla rivoluzione verde negli anni '60 e '70, semplicemente perchè non volevano avvelenare i propri figli con il cibo industriale, non sono riuscite a far fronte al saccheggio operato dai grandi produttori, e le loro aziende si sono estinte.
tutto questo, oltre che essere eticamente ingiusto, rischia di compromettere un patrimonio unico, fatto di conoscenze antiche proprie della civiltà contadina, di rapporti umani estranei alle logiche di mercato perseguite dai grandi gruppi, e, soprattutto, rischia di far morire il biologico in una bolla di sapone dove il rispetto per la terra, per il prodotto, per la biodiversità, si estinguono a favore del consumo di scartoffie e certificazioni necessarie a far arrivare sullo scaffale un prodotto col marchio bio.
personalmente mi guardo bene dal dare il mio contributo a chi sta facendo morire questa comunità di "visionari" dell' eco-compatibile... i negozi che frequento sono quelli dove trovo persone competenti, in grado di raccontarmi dei pregi e delle virtù del cibo, di offrirmi rarità abbandonate dall'agricoltura intensiva perchè meno produttive, ed ancora capaci di fermarsi a barattare col cliente un po' della loro umanità, poco inclini a farsi dominare dalla nevrosi che vedo sempre più diffusa negli ipermercati.
certo, qualcosa in più mi costerà, ma un mondo migliore ha il suo prezzo... preferisco rinunciare ad avere l'ultimo telefonino con gli mp3 e il caffè espresso, o alla tv, che non possiedo, ma per nessuna ragione al mondo tradirei questo esercito di individui che tanto hanno fatto per imprimere una svolta ai consumi e al pianeta... l'equo solidale non è solo verso i campesinos... ci sono tante persone, che hanno fatto tanto per noi, e che oggi hanno bisogno del nostro sostegno, anche tra i nostri agricoltori, artigiani, negozianti.
è quando inizi a dubitare d'esser contromano, che stai finalmente andando nella giusta direzione
Ero sicura che un topic così ci fosse!
Parlavo ieri con mamma (vivo ancora con i miei), di quello che si potrebbe fare ancora per limitare un po' i consumi e l'inquinamento a casa nostra.
Se e quando avrò una casa mia cercherò di partire con il piede giusto: vernici eco, detergenti&detersivi ecobio, idem per la spesa ecc.
Però prendere una famiglia di adulti e sperare di cambiarla di botto è impossibile, quindi come marmotta, uva, azah e le altre mi tormento sul "cos'altro potrei convincere la famiglia a fare". E infatti mi sono segnata un po' di cosine che piano piano, una alla volta, proverò a proporre in casa.
Adesso vorrei puntare sui detersivi eco o almeno eco-compatibili. Cercherò di partire piano, intanto ho stampato un po' di detersivi bioallegri e dei consigli di SCTS, sto facendo vedere a mamma le recensioni dei detersivi Lidl (che non sono ecobio, ma con il prezzo che hanno aiutano ad andare verso quelli) e poi chissà.
Una cosa di cui mi sono resa conto è di come crescere in famiglie di origini contadine - o forse è solo c*lo, chissà - abbia predisposto i miei e poi me a mantenere alcuni "trucchi" che per altri, vedo alcune mie amiche, sono scoperte recenti.
Ad esempio il mangiare solo frutta&verdure di stagione, producendole nell'orto o comprandole nelle fattorie vicine, fare conserve per l'inverno, comprare carne e formaggi di produzione locale, non buttare nulla ma aggiustare, riciclare o passare-di-mano tutto ecc. Sono cose che abbiamo sempre fatto, e non vi posso dire la sorpresa di alcune ragazze a cui sembra che io stia rivelando loro la Via verso una vita più compatibile (e meno dispendiosa, perché ho scoperto che a comprare fragole in inverno ci si gioca lo stipendio).
Grazie anche a questo ci sono argomenti sui quali i miei sono più ricettivi, ad esempio i materiali biodegradabili, la concimazione bio, il risparmio effettivo (in termini di soldoni) con le lampadine a basso consumo... Piccoli passettini, sapendo anche dove colpire, tanta ma tanta pazienza e qualche risultato in più si vede.
Se invece colpevolizzassi i miei perché comprano i cereali e le zuppe bio del Desp*r - a cui passano davanti andando a trovare le zie, e in cui entrano apposta per quelli - piuttosto che farsi 30 km apposta fra andata e ritorno per andare al negozio bio più vicino mi tirerei la zappa sui piedi. Perché magari non avranno una grande consapevolezza bio, ma alla domanda (cito papà) "ma con la benzina che brucio ad andare apposta non inquino lo stesso?" ci arrivano eccome.
Il titolo scelto da marmotta parla proprio di temperanza, quindi penso che l'importante sia che ognuno faccia quello che può fare, secondo le proprie possibilità e che incoraggi gli altri a fare lo stesso.
E adesso vado a dire alla mamma un paio di spunti che ho trovato qui, sai mai...
Parlavo ieri con mamma (vivo ancora con i miei), di quello che si potrebbe fare ancora per limitare un po' i consumi e l'inquinamento a casa nostra.
Se e quando avrò una casa mia cercherò di partire con il piede giusto: vernici eco, detergenti&detersivi ecobio, idem per la spesa ecc.
Però prendere una famiglia di adulti e sperare di cambiarla di botto è impossibile, quindi come marmotta, uva, azah e le altre mi tormento sul "cos'altro potrei convincere la famiglia a fare". E infatti mi sono segnata un po' di cosine che piano piano, una alla volta, proverò a proporre in casa.
Adesso vorrei puntare sui detersivi eco o almeno eco-compatibili. Cercherò di partire piano, intanto ho stampato un po' di detersivi bioallegri e dei consigli di SCTS, sto facendo vedere a mamma le recensioni dei detersivi Lidl (che non sono ecobio, ma con il prezzo che hanno aiutano ad andare verso quelli) e poi chissà.
Una cosa di cui mi sono resa conto è di come crescere in famiglie di origini contadine - o forse è solo c*lo, chissà - abbia predisposto i miei e poi me a mantenere alcuni "trucchi" che per altri, vedo alcune mie amiche, sono scoperte recenti.
Ad esempio il mangiare solo frutta&verdure di stagione, producendole nell'orto o comprandole nelle fattorie vicine, fare conserve per l'inverno, comprare carne e formaggi di produzione locale, non buttare nulla ma aggiustare, riciclare o passare-di-mano tutto ecc. Sono cose che abbiamo sempre fatto, e non vi posso dire la sorpresa di alcune ragazze a cui sembra che io stia rivelando loro la Via verso una vita più compatibile (e meno dispendiosa, perché ho scoperto che a comprare fragole in inverno ci si gioca lo stipendio).
Grazie anche a questo ci sono argomenti sui quali i miei sono più ricettivi, ad esempio i materiali biodegradabili, la concimazione bio, il risparmio effettivo (in termini di soldoni) con le lampadine a basso consumo... Piccoli passettini, sapendo anche dove colpire, tanta ma tanta pazienza e qualche risultato in più si vede.
Se invece colpevolizzassi i miei perché comprano i cereali e le zuppe bio del Desp*r - a cui passano davanti andando a trovare le zie, e in cui entrano apposta per quelli - piuttosto che farsi 30 km apposta fra andata e ritorno per andare al negozio bio più vicino mi tirerei la zappa sui piedi. Perché magari non avranno una grande consapevolezza bio, ma alla domanda (cito papà) "ma con la benzina che brucio ad andare apposta non inquino lo stesso?" ci arrivano eccome.
Il titolo scelto da marmotta parla proprio di temperanza, quindi penso che l'importante sia che ognuno faccia quello che può fare, secondo le proprie possibilità e che incoraggi gli altri a fare lo stesso.
E adesso vado a dire alla mamma un paio di spunti che ho trovato qui, sai mai...

Certo che però a volte é facile demoralizzarsi, con tutto quello che si legge e si sente in giro. Per ogni scelta che mi sembra giusta ed ecologica, rischio che dietro invece ci stia un inganno.
In ogni caso condivido i vostri pensieri, é giusto fare quel che si può entro i propri limiti, senza crearsi ansie inutili.
In ogni caso condivido i vostri pensieri, é giusto fare quel che si può entro i propri limiti, senza crearsi ansie inutili.
Anche perchè il 100% ecologico-ecosostenibile-ecobio non è un concetto puramente utopistico nel 21° secolo? Ci freghiamo subito con le nostre mani appena si parla di salute (vedi cri).
O meglio: leggo le vostre storie e mi accorgo già delle montagne che avete scalato avendo la sensibilità di riciclare, sostituire materiali e fibre tossiche/sintetiche, ecc...
Nonostante ciò su alcune cose dobbiamo comunque essere più indulgenti con noi stesse e capire che non si possono sostituire, almeno credo.
Se dico baggianate aiutatemi (anche con qualche
) a capire meglio
O meglio: leggo le vostre storie e mi accorgo già delle montagne che avete scalato avendo la sensibilità di riciclare, sostituire materiali e fibre tossiche/sintetiche, ecc...
Nonostante ciò su alcune cose dobbiamo comunque essere più indulgenti con noi stesse e capire che non si possono sostituire, almeno credo.
Se dico baggianate aiutatemi (anche con qualche

Finalmente ho avuto un poco di tempo per leggere questa bella discussione
Che posso aggiungere?
Riporto in due parole la mia esperienza personale: ho 30 anni e sono cresciuta in una famiglia dove i soldi non sono mai stati molti (ma non ci è mai mancato nulla) e dove si faceva la raccolta differenziata ancora prima che la inventassero - ferro, carta e vetro, passavano a ritirarli i ragazzi dell'oratorio una volta al mese e il ricavato andava in progetti di sviluppo in Africa - mio padre ha sempre coltivato l'orto, quindi d'estate grande abbondanza di verdure sane e fresche che venivano congelate anche per l'inverno.
Non so quanti vestiti di seconda mano ho avuto, da cugini e parenti vari, da amiche di mia madre, e quanti a nostra volta abbiamo regalato, ma ricordo che era bello, quando mamma arrivava con le buste di vestiti e si provavano tutti e si tenevano quelli che andavano bene
per non parlare dei maglioni fatti dalla nonna...
basta, sto diventando nostalgica
Ora vivo con il mio compagno, soldi non ne abbiamo molti, quindi si cerca di fare quello che si riesce: "saccheggiamo" l'orto di mio padre
usiamo detersivi eco-bio che durano taaaaanto di più rispetto agli altri e stiamo pian piano cercando di dare una svolta eco-bio anche per l'igiene della persona, ma a volte i prezzi dei prodotti sono davvero disarmanti.
Cerco di non soffermarmi troppo su quello che fanno gli altri, di andare per la mia strada nonostante gli altri se ne freghino dell'ambiente, perchè altrimenti lo sconforto è tanto...
l'ultima martellata l'ho avuta questa estate quando siamo stati in India...mi guardavo attorno e pensavo che davvero tutto quello che faccio, nelle mie scelte ecologiche, biologiche e di riciclo, sono meno di una goccia nell'oceano di questa umanità...
e lì sì, lo sconforto è stato enorme.
Qualcuna è stata in un paese in via di sviluppo? avete mai avuto le mie stesse sensazioni?

Che posso aggiungere?
Riporto in due parole la mia esperienza personale: ho 30 anni e sono cresciuta in una famiglia dove i soldi non sono mai stati molti (ma non ci è mai mancato nulla) e dove si faceva la raccolta differenziata ancora prima che la inventassero - ferro, carta e vetro, passavano a ritirarli i ragazzi dell'oratorio una volta al mese e il ricavato andava in progetti di sviluppo in Africa - mio padre ha sempre coltivato l'orto, quindi d'estate grande abbondanza di verdure sane e fresche che venivano congelate anche per l'inverno.
Non so quanti vestiti di seconda mano ho avuto, da cugini e parenti vari, da amiche di mia madre, e quanti a nostra volta abbiamo regalato, ma ricordo che era bello, quando mamma arrivava con le buste di vestiti e si provavano tutti e si tenevano quelli che andavano bene

basta, sto diventando nostalgica

Ora vivo con il mio compagno, soldi non ne abbiamo molti, quindi si cerca di fare quello che si riesce: "saccheggiamo" l'orto di mio padre

Cerco di non soffermarmi troppo su quello che fanno gli altri, di andare per la mia strada nonostante gli altri se ne freghino dell'ambiente, perchè altrimenti lo sconforto è tanto...
l'ultima martellata l'ho avuta questa estate quando siamo stati in India...mi guardavo attorno e pensavo che davvero tutto quello che faccio, nelle mie scelte ecologiche, biologiche e di riciclo, sono meno di una goccia nell'oceano di questa umanità...
e lì sì, lo sconforto è stato enorme.
Qualcuna è stata in un paese in via di sviluppo? avete mai avuto le mie stesse sensazioni?