Il governo dice stop al programma sul nucleare.
Con un emendamento al decreto legge omnibus presentato in aula al Senato, l'esecutivo propone «l'abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari».
Secondo alcune indiscrezioni, la scelta di congelare le ambizioni nucleari sarebbe stata dettata a palazzo Chigi da allarmanti indicazioni sulla possibilità che il referendum, anche sulla scia dell'allarme per la catastrofe giapponese raggiungesse il quorum necessario per la sua validità.
In particolare un sondaggio realizzato la scorsa settimana avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno.
Per questo motivo la decisione del governo è stata accolta con un certo fastidio dai comitati promotori e dalle forze politiche che più di tutte si erano impegnate per la loro realizzazione, Idv in testa. La scomparsa del quesito sul nucleare rischia infatti di produrre una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio l'ottenimento del quorum, con il conseguente fallimento della battaglia contro la privatizzazione dell'acqua e contro la norma sul legittimo impedimento che rischiava di trasformarsi, in caso di successo, in un plebiscito contro Silvio Berlusconi.
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