
Mi piacerebbe un po' sentire le vostre esperienze, le vostre opinioni.

Molte delle persone intorno a me stanno cominciando a mettere su famiglia, a convivere, a sposarsi, con scelte molto diverse tra di loro.
Non voglio cadere nello stereotipo o nella generalizzazione, pero' giusto per iniziare, vi racconto quello che ho visto raccontare e accadere intorno a me in questi ultimi mesi/anni.
Sono sicura che (eccezioni a parte, che sono sempre quelle che confermano le regole!!!), la situazione e' molto diversa da 5, 10 o 20 anni fa.
A parte una coppia di amici, molto cattolica e che quindi ci teneva moltissimo a sposarsi in chiesa e un'altra che ci teneva molto, le altre coppie si sono sposate perche' era normale cosi' e per far contente le famiglie. Un'altra coppia si e' sposata direi su palesi pressioni di lei, infatti hanno fatto le cose in pompa magna tutto a spese dei genitori (soprattutto di lei), mentre lui si e' lasciato "trascinare" per tutte le decisioni, anche della cerimonia.
Altri invece hanno deciso di convivere, "per vedere come va, prima del grande passo", oppure perche' non vedono la differenza col matrimonio, a parte le ingenti spese delle cerimonie, ecc. Altri ancora credono che il matrimonio sia di per se' di poco valore e credono che l'importante sia stare insieme, amarsi ed essere felici. poi ci sono quelli che dicono ci amiamo tanto ma se poi un giorno ci vogliamo lasciare ognuno va per la propria strada e non abbiamo rotture di avvocati, separazione, divorzio, ecc... noi ci amiamo davvero e stiamo insieme perche' lo vogliamo e non perche' siamo legati da un contratto,, mentre quelli che si sposano poi sono quelli che dopo 2 anni divorziano.
Io personalmente non sono contraria alla convivenza, non addito nessuno e rispetto le scelte altrui, pero' per quel che riguarda la MIA vita, desidero il matrimonio.
Da un lato c'e' il motivo "romantico", vedo il matrimonio come culmine dell'amore, come inizio di una vera vita insieme, come una ufficializzazione al mondo e come un impegno nella coppia. Credo nei traguardi e negli inizi, nelle cerimonie che decretano e delineano tappe fondamentali della nostra vita. Credo nell'impegno che nasce dal chiedere di sposare e accettare, credo nella proposta di matrimonio vera, credo di essere una principessa e di voler stare col principe azzurro e che lui e solo lui mi rendera' felice.

Dall'altro lato c'e' il motivo "giuridico". Da studentessa di legge so quanta differenza ci sia in termini di diritti e doveri tra una coppia sposata e una convivente. Ma soprattutto la mia scelta sarebbe rafforzata nel momento in cui dovessi avere dei figli: loro non possono decidere, lo devo fare io per loro. Nel momento in cui tutto va bene e siamo tutti felici, ok, ma se obiettivamente devo guardare ad un momento di eventuale rottura o qualsiasi evento negativo che si possa abbattere sulla mia famiglia, so che i figli nati all'interno del matrimonio sono giuridicamente diversi da quelli nati all'interno della coppia di fatto.
Tengo a precisare che non sto dicendo che questa cosa sia giusta o meno, ma dico solo che la situazione e' questa e io voglio avere in mano i mezzi per tutelare me, la mia mia famiglia, i miei figli.
Una collega di universita' mi ha detto che i cambiamenti si fanno perche' c'e' qualcuno che osa, qualcuno che ci prova, tenta, crede nel cambiamento e lei non si sposera' perche' non crede nel matrimonio e crede nei diritti uguali per tutti, sposati e coppie di fatto.
Questo per dire che poi ognuno guarda il suo background culturale, la sua famiglia, i suoi valori e fa le sue scelte.
Io ho da anni accanto a me una persona con le mie stesse idee, i miei stessi valori e principi.
ma vedo intorno a me amiche e amici che si amano ma che discutono furiosamente su queste cose, perche' hanno idee diverse, finendo spesso nella triste e spesso falsa frase "non vuoi sposarmi perche' non mi ami abbastanza e non vuoi stare con me per tutta la vita"
e voi, vi va di parlarne?
