" In Italia nulla è stabile, fuorchè il provvisorio" ( G. Prezzolini )
Mi piace iniziare questa mia modesta riflessione, riportando le parole di Enzo Biagi, il quale, alla lettera " i " dell'alfabeto, ci regala un significativo ritratto del nostro Paese e dell'Italiano:
" Nessuno, spontaneamente, parla di tasse evase, di ricevute fiscali non rilasciate, di bustarelle date e ricevute, di bilanci truccati: rubare ai grandi magazzini è addirittura considerato esercizio sportivo, trattare male i dipendenti, sfruttare la politica per il proprio interesse, mentire all'elettore, sono sbagli o cadute che non vengono neppure presi in considerazione.
Lungi da me l'intenzione di fare la classifica dei comandamenti [...] però mi stupisco che nel Paese della mafia e delle associazioni analoghe, degli appalti e delle imposte ingiuste, la gente consideri un'offesa al Signore e agli uomini solo la concupiscenza".
( Enzo Biagi, " I come italiani " ).
Queste parole risalgono al 1994, ma trovano facile collocazione anche al giorno d'oggi.
Purtroppo aggiungerei.
Per alcuni di voi, probabilmente, il mio prendere alla larga l'argomento, sarà una vittimistica esagerazione nei confronti di un risultato politico non condiviso, visto che proprio da questo è nato il mio bisogno di pubblicare questa nota e rendervi partecipi del mio pensiero, ma quel che sta accadendo nel nostro Paese va ben oltre la divergenza d'opinione o di posizioni politiche.
E' come se tutto seguisse la direzione contraria a quella naturalmente indicata: alla violazione di una legge non ne consegue una pena, alla libertà di coscienza e di pensiero non segue nel concreto il rispetto per queste, ma anzi si fa la gara a chi tappa più bocche e cervelli possibili, negando ogni diversità e aspirando all'assuefazione totale di ogni spirito di iniziativa, in modo tale da avere meno problemi nel gestire l'insieme.
Al pluralismo, è ormai subentrata un'omologazione di pensieri, gesti e prese di posizione, alla riflessione e al confronto si preferisce la superficialità di una barzelletta denigratoria.
Più c'è ignoranza, più chi aspira al controllo ha la strada spianata.
" La tv ha fatto per la nostra unità, più di Garibaldi e Cavour: ci ha dato un linguaggio e un costume comuni".
Ringraziamo Maria de Filippi!
Siamo dominati dall'opportunismo, dal cinismo e dalla paura, cosi, nel caos totale, la debolezza ci porta a optare per le discese piuttosto che per le salite, e si eleggono a furor di popolo le false promesse piuttosto che i concreti propositi, perchè questi ultimi richiedono impegno, rinunce e attese, le prime invece regalano un soddisfacimento nell'immediato, difficilmente prolungabile se non si tiene fede alla parola data...e raramente avviene.
Lo abbiamo imparato a nostre spese, a spese di tutti.
Cosi, si perde per strada ciò che di buono qualche eccezione ha prodotto, e in nome di cosa??
Di un nulla che ormai ha reso noi italiani amebe alle quali scivola tutto addosso, niente più ci stupisce nè ci indigna, tutto è concesso: quattordicenni stupratori; stranieri bruciati vivi; immunità per le alte cariche istituzionali; reati depennati solo perchè qualche altolocata coscienza sporca era disturbata dalla loro presenza; potenziale chiusura delle scuole nei centri con meno di 3000 abitanti perchè l'istruzione è per pochi e non patrimonio universale; pura e malsana strumentalizzazione politica e morale del dolore altrui, perchè non ci si decide a partorire una legge che legittimi il singolo a esprimersi sul proprio diritto a vivere e a morire..
Potrei continuare all'infinito..
Mi chiedo dunque se, chi ci rappresenta, abbia ben chiaro il reale quadro della situazione..
Piuttosto che inneggiare alla cattiveria, al gratuito ottimismo, a una democrazia ormai espropriata del suo profondo significato, mi chiedo se non sia il caso di azzerare il contatore e ripartire da quei principi fondamentali che la Costituzione ha custodito generosamente e egregiamente per anni...
"Si può presumere che l'interesse pubblico sia quel che gli uomini sceglierebbero, se vedessero chiaramente, se pensassero razionalmente, agissero disinteressatamente".
( Walter Lippman )
Mica male come aspirazione eh???

Vedere chiaramente, pensare razionalmente, agire disinteressatamente: bisognerebbe farlo presente ai pezzi grossi che scaldano le rinomate poltrone, chiamati a parlare e ad agire in nome e per conto nostro.
