@Giusy: la prima cosa che ho pensato quando ho letto i tuoi orari è stato: sarà devastante

... ma ovviamente non ho scritto nulla per non fare la guastafeste e non mettere un'ombra sulla tua felicità di allora...
Ti posso raccontare la mia esperienza se ti può essere d'aiuto: io avevo apparentemente orari normali cui si aggiungevano le tre ore di macchina ogni giorno per andare e tornare dal lavoro più le levatacce quando dovevo andare in udienza, anche in posti molto lontani (almeno due- tre volte a settimana).
La cosa ancora peggiore però era - dopo la giornata lavorativa - dover portarmi a casa la roba da finire quando ero già stanca morta sia per il lavoro che per il viaggio di ritorno, nonché spessissimo dover mettere ancora prima la sveglia del solito (6:20) per finire roba o arrivare in studio prima... è successo che abbia dovuto svegliarmi anche alle tre del mattino.
Ora è vero che essendo una praticante ero più lenta a fare le cose degli altri avvocati (ma se non vuoi una persona lenta che deve imparare non prenderti una praticante, è una contraddizione in termini), ma anche quando diventavo via via più veloce il carico di lavoro non faceva che aumentare.
Il mio capo - oltre a tutta la roba che già avevo - mi tormentava di telefonate per fargli ricerche, mollarmi all'ultimo minuto la sua roba (che ovviamente non avevo idea di come svolgere) etc., oltre al fatto che non riteneva certe attività "remunerative", per cui - visto che andavano fatte comunque - io ero costretta ad andare in studio il sabato e la domenica per stare al passo con le mie cose (ed è anche successo che il mio capo abbia anche avuto il coraggio di chiamarmi il sabato e la domenica buttandomi addosso altro lavoro pur sapendo bene che ero lì per recuperare).
Senza contare che per il mio capo studiare i fascicoli per le udienze da sostenere era una perdita di tempo, per cui ero costretta a portarli a casa e a studiarli di sera... mai sarei andata di fronte ad un giudice senza conoscere la causa

: una delle poche dritte che ho avuto da un collega era di non osare andare mai davanti ad un giudice senza conoscere la causa: nel caso in cui il giudice mi avesse chiesto qualche chiarimento ed io non avessi saputo rispondere lui si sarebbe per sempre ricordato di me e non avrebbe mai più avuto fiducia e rispetto nei miei confronti.
Durante il giorno poi non potevo controllare se c'era tutto nel fascicolo (me ne sarei accorta solo alla sera, quando non ci sarebbe stata più possibilità di procurarmi verbali e documenti mancanti)... non ti dico l'ansia...
Ovviamente tutto questo senza un euro in più della mia già miserevole paga.
Tralascio di parlare della situazione di abusi, ingiustizie e maltrattamenti sul posto di lavoro, nonché dei miei colleghi - le persone più disgustose che abbia mai conosciuto -.
Pensavo che una volta finita la pratica, via da quell'inferno e a casa tranquilla a studiare per gli scritti di dicembre dell'anno scorso, sarei finalmente tornata ad essere la persona solare e tranquilla che di solito ero prima... invece purtroppo ero ancora stanchissima fisicamente, piena di rabbia per le ingiustizie subite e che mai nessuno avrebbe riparato, nonché di schifo per l'ambiente che avevo frequentato nonché più in generale per l'avvocatura tutta ...
Ci ho messo molti e molti mesi a riprendermi sia fisicamente che emotivamente, diciamo che aver superato gli scritti mi ha aiutato tanto: era come se finalmente tutto ciò che ho subito avesse acquistato un senso...
Ovviamente durante la pratica non avevo una vita sociale (troppa stanchezza e troppo poco tempo), non potevo più fare sport (che sarebbe stato invece importantissimo per scaricarmi), non potevo più fare nulla di neanche lontanamente piacevole e soddisfacente.
Degno coronamento di tutta quella situazione è stato che mentre durante il giorno non mangiavo nulla (al mattino avevo troppo poco tempo e troppa ansia per la giornata per farlo, a pranzo di solito lavoravo e comunque la sera prima non avevo certo le forze per prepararmi qualcosa di sano), la sera a casa mangiavo tutte le schifezze che c'erano, sia per sfogare la tensione della giornata sia per avere le forze il giorno dopo di tornare in studio (in cui ovviamente non avrei più voluto tornare), cosicché ovviamente sono anche ingrassata. Non ti dico le lacrime quando i vestiti hanno cominciato a non entrarmi più...
Anche per ritornare alla mia solita alimentazione sana mi ci è voluto del tempo anche dopo aver finalmente finito la pratica, sono rimasta stanca e tesa per mesi per cui a lungo ho continuato a mangiare schifezze... ora per fortuna la situazione si è normalizzata: mangio ancora più sano di prima, faccio sport e ho quasi perso del tutto i chili in più acquistati
Tutto questo per farti un esempio di a cosa può portare il super lavoro, la stanchezza e lo stress...
Sii forte, non lasciarti andare come ho fatto io, non lasciarti travolgere.
E' bellissimo che tu abbia trovato un lavoro ed io sono fermamente convinta che una volta uscita dalla trappola della disoccupazione sia molto più facile trovare un altro lavoro. Il lavoro porta altro lavoro.
Ti invito però - se posso - a cominciare già ora a guardarti intorno per vedere se c'è qualche opportunità migliore: via via che passa il tempo sarai sempre più stanca e stressata, con sempre meno voglia e forze di cercare altro, oltre al fatto che agli eventuali colloqui inevitabilmente potrebbe trasparire il tuo stato d'animo e ciò non giocherebbe a tuo favore...
Ti abbraccio!
