La riflessione di Elsatar è molto interessante, ma anche io non riesco a cogliere bene il nesso con questo specifico topic ; by the way io continuo a pensarla esattamente come Nebbia (e non solo perchè scrive da premio Pulitzer )
elsatar ha scritto:stiamo sostituendo degli spazi pubblici con degli spazi privati.
Dunque vediamo se ho capito: chi offre un contenuto proprio lo fa secondo le sue proprie regole, il che è ovunque così su internet. E sin qui ok è vero. Ma nessuna persona può poi andare a controllare cosa si dice via email, o via gruppi privati su fb. In altri termini nessuno può avere il controllo totale dei propri followers (grazie al cielo!).
Però io vedo un pullulare di iniziative, soprattutto relative a consumo critico e decrescita, che sono iniziative nate su web e poi trasferitesi fuori. Vedo un sacco di persone che organizzano incontri. Secondo me il desiderio di incontrarsi e parlarsi faccia a faccia c'è. Non è "la piazza", ma che significa, alla fine, la piazza? c'è mai stata? Se vado ad una conferenza, sarà organizzata da qualcuno. Se vado ad un corso, idem. Quindi? Qual è il luogo ideale "piazza" che non frequentiamo più?
Comunque stiamo discutendo di quanto considerare attendibile una blogger/youtuber ecc., che è una privata cittadina che offre contenuti a sua discrezione. Non riesco ancora a coglierlo questo nesso con lo spazio pubblico, perdonami.
L'argomento è interessante e mi ci trovo in mezzo per certi versi perchè da una paio di anni seguo con molta attenzione diversi blog e io stesso ne ho uno. Nella blogosfera esistono persone davvero competenti e appassionate, in ogni settore, beauty e non, ma non tutte riescono a raggiungere una certa popolarità.
Intanto il problema principale secondo me è questo: una buona fetta di chi decide, specie nell'ultimi tempi, di aprire un blog, lo fa perchè magari ha una passione ma conta in qualche modo di far diventare quella passione un lavoro, o comunque di guadagnarci, che sia denaro ( tramite i banners sul sito) o prodotti ( tramite collaborazioni con aziende) poco importa. Perchè tramite un blog sembra più facile, perchè ci sono esempi costanti di ragazze che ammettono di aver ricevuto questo o quello e perchè la tv si sta popolando di personaggi presi da Youtube. E se questo è il mio intento, io sono disposto ad accettare anche qualche compromesso che però mi fa guadagnare punti e visibilità perchè all'azienda risulto più malleabile.
Purtroppo ho visto gente che, pur schierandosi contro questi atteggiamenti se vogliamo poco etici, alla fine qualche moina ad alcune aziende la fa lo stesso. Ma comunque, succede che non sempre vince chi ha la competenza, ma anzi vince chi ha più tempo per spammare.
Mi spiego. Tralascio il caso di chi ha davvero un talento, una passione e che è giunto a certi traguardi con le proprie forze, e prendo il caso meno etico ma sempre più frequente.
Il mio blog per raggiungere popolarità ha bisogno di farsi notare. E' vero, servono contenuti interessanti, ma non è detto che circolino in rete. Quindi io mi creo una rete di socialnetwork in cui condivido e aggiungo gente a palate, mi metto a commentare altri blog, aggiungo altri blog a quelli che seguo. Magari piazzo un giveaway, che sicuramente attira altra gente perchè li obbligo a mettere mi piace, a iscriversi lì, lì e lì.
Lentamente, se tutto va bene la mia popolarità cresce e io divento un guru perchè se la mia opinione viene apprezzata e condivisa ( molto spesso perchè " io passo da te, tu passa da me" o "io lascio un commento a te, tu lasci un commento a me") e quindi vengo sempre più contattato dalle aziende. A quel punto la mia attenzione si sposta solo su me, che mi ritrovo con 90/100 commenti ( di cui magari un 70% è scritto da altre blogger che commentano con " carino" o " mi piacerebbe provarlo", e a cui non arrivo magari nemmeno a rispondere), al fatto che ho ancora più roba da testare, al fatto che non posso non pubblicare post per troppo tempo ma soprattutto al fatto che devo mantenere la mia posizione di guru, credibile, contattato dalle aziende, e riconosciuto come detentore di un sapere. Sapere acquisito solo perchè magari ho provato 10 creme diverse un paio di volte e ne ho scritto una recensione che ha ricevuto 40 condivisioni.
Chi arriva a criticarmi non fa altro che far traballare questo mio status basato in pratica sul nulla. Ed è una cosa inaccettabile. Quindi mi tocca eliminare commenti che possono danneggiarmi, perchè le aziende mi leggono e la gente mi legge e rischio di risultare poco credibile.
Purtroppo io la vedo così, anche se può sembrare brutto. Stabilire chi è davvero credibile e chi no è difficile. Io cerco sempre recensioni dettagliate e preferisco chi parla di prodotti che ha acquistato di tasca propria ( in genere chi riceve un prodotto non si premura nemmeno di cercare prezzo e luogo di reperibilità). Preferisco un'opinione personale, fatta di passione e "secondo me" ma sincera, che finte competenze basate sul proprio "arrampicamento sociale".
Una volta commentai ad una ragazza dicendo che è da poracci ( ovviamente in senso ironico e con educazione sul suo blog) lamentarsi del gel di aloe se non la idrata abbastanza, perchè non è colpa del gel, ma del fatto che la pelle avesse magari altre esigenze e che la povera aloe non poteva bastare. Apriti cielo! Era venuta a commentare da me con tanto di aiutante/groupie/ avvocato difensore, nemmeno le avessi scritto che sua madre è una cavallina storna.
Pier ha scritto:nemmeno le avessi scritto che sua madre è una cavallina storna.
Se si parla di grandi numeri e di gente che vuole "cose" dalle aziende è sicuramente come dici tu.
C'è anche un altro fattore da considerare però, che mi sembra sia passato inosservato: una delle principali competenze che deve avere chi condivide un contenuto è quella comunicativa. Non basta sapere qualcosa, occorre saperla comunicare. Ci sono blog dove questo viene fatto molto bene e ci sono blog dove ciò che viene fatto molto bene è il "branding" di sè stessi: cioè il blogger comunica di sè un'immagine che agli altri piace. Oppure che "o si ama o si odia", purchè si abbia seguito.
Ti dirò, è una cosa che ho visto a ogni livello, perché secondo me viene prima dei grandi numeri ( vedi esempio della ragazza del gel d'aloe). E un'altra blogger, parlando in privato, mi disse proprio che loro fanno grande pubblicità al loro blog, proprio per mantenere il numero di visite. Sottaciuto è stato il motivo.
Secondo me il "branding di se stessi" conta fino ad un certo punto, per il semplice fatto che siamo tutti portati a farlo. Cioè, è verissimo, serve capacità comunicativa o nessuno ti segue perché se lo annoi dopo 2 minuti, tanti saluti. Però quello di vendere se stessi è una cosa anche involontaria, perché una volta che si capisce di avere un riscontro, viene spontaneo cercare di accontentare chi ci legge ( io stesso se leggo fra i commenti che interessa un determinato argomento, cerco di dargli la precedenza), e di mostrare solo una faccia ( specie chi nel proprio blog non parla di sé, ma di una propria opinione) in genere quella carina e pucciosa per non scontentare nessuno. E in ogni caso, tranne se veniamo trollati da qualcuno che deve dire sempre tutto il contrario di tutto giusto per sfizio a darti contro, non è difficile trovare a chi piaci comunque ( ed è una cosa che mi da un po' fastidio perchè avere un contraddittorio educato e che spiega la propria opinione è una cosa che mi piace molto) perchè la blogosfera è comunque grandissima!
Il post di Nebbia, come alcuni degli altri poneva due questioni: la competenza effettiva e i meccanismi del consenso (detto in modo generico), che tra le altre cose concorrono a far ritenere una persona competente o no; a me interessava soprattutto il secondo aspetto e mi sono soffermata su quello, volendo sottolineare che quando si ragiona sui meccanismi del consenso occorre tener presente che negli esempi riportati c'è un'ulteriore aspetto che distorce oltre ai soliti meccanismi sociali e psicologici che entrano in gioco e cioè il fatto che lo spazio sia privato e che il proprietario, nonché la persona della cui competenza si deve giudicare, è anche quello che può eliminare altri utenti a piacimento, mi sembra un aspetto che condizionerà fortemente il giudizio di competenza e quant'altro.
Se non mi sono riuscita a far capire nemmeno questa volta rinuncio...
Elsatar, temo di andare ot, ma a questo punto neppure io riesco a capire: uno spazio veramente pubblico di dibattito in fondo non c'è mai stato se vogliamo intenderlo in maniera restrittiva. Per dire, anche nelle polis greche se andavi letteralmente in piazza e sparlavi dei cittadini più in vista, alla faccia della democrazia tanto propugnata alla fine ti facevano fuori...tanto per fare un'esempio di civiltà lontana da noi. Anche nei centri sociali del secolo passato se cmq ti discostavi da una certa corrente alla fine non eri il benvenuto e in qualche modo venivi "eliminato" (indirizzato verso altri lidi).
Beh, l'accesso alle pubbliche piazze non è paragonabile alle limitazioni della rete. Certo che ogni società ha i suoi meccanismi di contenimento del dissenso, ma per l'appunto sono collettivi e deve esserci il dissenso, certo potevi venir esiliato ma dopo un voto della cittadinanza, certo puoi essere allontanato da una piazza ma dalla polizia, un istituzione deputata a questa dalla collettività; c'è pure il caso dei Bava Beccaris che fanno sparare sulla folla ma per l'appunto ce li ricordiamo ancora. Il pubblico e il collettivo è stato sostituito dal privato e individuale, con potere assoluto, credo che saranno problemi di cui purtroppo avremo modo di riparlare.
Elsatar il tuo sembra un discorso di democrazia in generale. Cioè è vero che c'è sempre più "privatismo", ma allo stesso tempo sempre più gente ha la possibilità di creare un proprio spazio e di farci ciò che vuole, e quindi renderlo pubblico a chiunque, anche a "tutti" volendo. Quel potere assoluto di cui parli, è un potere assoluto ma di tutti, per cui non mi sembra cosa di cui preoccuparsi. Per mia esperienza ci sono tantissime persone disposte al confronto a 360° e non solo "con chi dico io".
Ieri ho notato una cosa, ho visto da poco un video di una famosa guru del naturale che altro non faceva che pubblicizzare una linea di prodotti, tale phytorelax...be ieri entro alla'ovs e cosa vedo? Una folla di ragazzine, o ragazze ad ogni modo, intorno ai 18-20 anni che facevano incetta di questi prodotti...un caso? Non credo, compravano con coscienza? Il potere della rete....io mi preoccuperei.
Non banda bene, tottu anda male. E tando como gherramus tott'impare
Io ci rimango di sasso ogni volta che una famigerata blogger segnala dei prodotti per lei tutti "verdi" (che oltretutto non significa nulla ) anche se in realtà hanno ingredienti ittiotossici,dei conservanti pessimi o altre porcherie varie, e la maggior parte delle sue followers si beve ste cazz*te senza colpo ferire
Ovviamente ogni voce fuori dal coro che chiede delucidazioni in merito ai suddetti ingredienti viene bannata alla velocità della luce
Mah, se chi la segue va a comprare i prodotti senza leggere gli inci significa che non è realmente interessata all'ecobio per come la vedo io...la seguo sempre e la ammiro perchè ha avuto il coraggio di esporsi, che non è cosa da poco, ma non condivido tutte le sue scelte e per questo sto comunque sempre attenta agli inci. Ma questo in generale. Queste ragazzette che sono andate di corsa a comprare questi prodotti al 90% probabilmente smetteranno di comprare ecobio il giorno che lei smetterà di fare video. Per molti probabilmente è solo una moda. Una persona come me che invece la segue sempre ma con occhio critico e più con la voglia di conoscere che per altro continuerà il suo percorso ugualmente e indipendentemente da lei o da altri
E' proprio questo il problema, la moda che crea senza senso critico e il comportamento da pecora, non e' in ogni caso informazione quella che fa, quindi proprio mi spaventa questa presa nella gente...
Non banda bene, tottu anda male. E tando como gherramus tott'impare