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Tinture, badate a cosa vi mettete in testa

Inviato: lunedì 08 dicembre, 2008 17:32
da fromutopia
TINTURE, BADATE A COSA VI METTETE IN TESTA

(rivista Il Salvagente)

di Giorgia Nardelli

Più del 60% delle donne tra i 30 e i 60 anni si tingono i capelli. Meglio informarle.
Se l’estate vi sembra il momento migliore per cambiare “nuance” ai vostri capelli, fate attenzione. Specie se avete la pelle sensibile, la vostra tintura potrebbe farvi più male che bene.
Tutto dipende dagli ingredienti per le tinture permanenti, alcuni dei quali, secondo un documento ufficiale del Comitato scientifico per i prodotti di consumo della Commissione europea, sono troppo aggressivi.
La tesi, confermata dopo studi e anni di ricerche, è che molte di queste sostanze siano fortemente sensibilizzanti, e capaci di scatenare nei soggetti predisposti allergie e dermatiti. Non solo tra chi è esposto a questi prodotti quotidianamente, come parrucchieri ed estetisti, ma anche fra i semplici consumatori, sempre più “sensibilizzati”.

Aggressive e potenzialmente tossiche
La tesi dell’aggressività, e a dire il vero, della potenziale tossicità dei componenti per le tinture, è nota alla comunità scientifica già da diversi anni, e, proprio i dubbi sulla sicurezza di alcune sostanze hanno spinto nel 2003 la Commissione europea ad avviare una serie di studi per arrivare a una classificazione definitiva di tutti gli ingredienti per tinture, per stabilire la lista degli “ammessi” e dei bocciati.
Mentre i lavori sono ancora lontani dal traguardo l’utilizzo delle tinture permanenti - di ogni tipo e formulazione - continua a essere una consuetudine di massa.
L’età media europea in cui ci si “mette in testa” un colorante per la prima volta è di appena 16 anni. Più del 60 per cento delle donne e tra il 5 e il 10 per cento degli uomini tra i 30 ei 60 anni si tingono, con una frequenza che va dalle 6 alle 8 volte all’anno. Quanto all’Italia, nel 2006 il mercato di spume e creme coloranti ha toccato i 240 milioni di euro.

Dal giugno 2006, banditi 22 ingredienti
Nel frattempo, l’Ue ha fatto qualche piccolo passo avanti nella regolamentazione. Dopo che la Commissione ha bandito a giugno 2006 22 ingredienti (nella direttiva 2006/65/CE), il Comitato scientifico dell’Ue ne ha già schedati altri 27 come allergenizzanti.
Secondo la scala utilizzata per la classificazione, quattro di questi sono “moderatamente”, 13 “fortemente”, e 10 “estremamente sensibilizzanti”. La pessima notizia è che nella lista sotto accusa figurano proprio coloranti tra i più usati, come la parafenilendiammina e alcuni suoi derivati. Nel documento non vengono usate mezze misure: la conclusione dichiara che le sostanze registrate come fortemente e estremamente sensibilizzanti “potrebbero non essere sicure” per i consumatori.
l comunicato ufficiale pubblicato dalla Commissione avverte che le sostanze allergeniche possono essere usate, purché a un’esposizione sufficientemente bassa, e il passaggio successivo sarà di stabilire se e quali quantità di utilizzo potranno renderle innocue. Con molta probabilità, dunque, saranno rivisti i limiti già esistenti.

Proroga a dicembre 2009
Per una nuova legge ci vorrà però un po’ di tempo. Oltre alle 27 sostanze già schedate, ma non bandite, sono in corso di valutazione presso il Comitato scientifico dell’Ue altri ingredienti. Solo quando saranno terminate le valutazioni potrà essere rivista la normativa vigente. Il loro uso, intanto, è stato proporogato fino al 31 dicembre 2009.

Attenti alle avvertenze
Come cautelarsi, in attesa di una nuova direttiva che ne regolamenti l’utilizzo? Dalla sua il Colipa, l’associazione che rappresneta l’industria cosmetica a livello europeo, ha invitato tutte le aziende federate a inserire nelle confezioni le avvertenze sulla possibile allergenicità dei prodotti, consigliando al consumatore di testare le tinture almeno 48 ore prima dell’uso.
L’unica arma in mano a chi “combatte i capelli bianchi”, insomma, dovrebbe essere quella di andare due giorni prima dal parrucchiere a fare il test, o provare il prodotto a casa, salvo poi richiuderlo, e riaprirlo, se non si è deteriorato, prima dell’uso.
L’alternativa per chi è più sensibile, è quella invece di scegliere tinture non permanenti, composte da sostanze che non si “legano” al capello, e che vengono però lavate via con uno shampoo. Scegliere insomma tra allergia e capelli bianchi. Alla faccia delle allerte europee.

COME EVITARE I PERICOLI GUARDANDO LE ETICHETTE
Sono in tutto 23 gli ingredienti per tinture “sorvegliati speciali” dal Comitato scientifico europeo. Dieci di questi sono stati classificati “estremamente sensibilizzanti”, 13 sono invece nella categoria “strong”, vale a dire “fortemente sensibilizzanti”. Per evitarli, ecco i nomi che vanno cercati nella lista degli ingredienti.

Estremamente sensibilizzanti

- p- Phenylenediamine
- N-Phenyl-p-phenylenediamine
•1, 2, 4 – Trihydroxybenze
•6 - Hydroxyindole
•Dihydroxyindole
•Isatin
•Basic Brown 17
4-Nitro-o-phenylenediamine
•HC Red n°1
3-Nitro-p-hydroxyethylaminophenol

Fortemente sensibilizzanti
•m-Aminophenol (e derivati)
•4 – Amino – 2 - hydroxytoluene
•Phenyl methyl pyrazolone
N,N-bis(2-hydroxyethyl)-p-phenylenediamine sulfate
•4 – Amino – m-cresol
- Hydroxyethyl-3,4-methylenedioxyaniline HCl
- 2,6-Dimethoxy-3,5-pyridinediamine HCl
- <!--[endif]-->Hydroxypropyl bis(N-hydroxyethyl-p-phenylenediamine)HCl
- <!--[endif]-->1-Hydroxyethyl-4,5-Diamino Pyrazole Sulfate
- <!--[endif]-->HC Violet n°1
- <!--[endif]-->2-Amino-6-chloro-4-nitrophenol
- <!--[endif]-->Hydroxyanthraquinone-aminopropyl Methyl Morpholinium Methosulfate
- <!--[endif]-->Lawsone


UN FAR WEST IN CUI TUTTO E' PERMESSO il messaggio è più che chiaro, lampante: ci vorrà tempo. Tempo per chiarire definitivamente quali coloranti, che siano allergenizzanti o no, potranno essere utilizzati dalle aziende per produrre tinture per capelli. E anche per trovare soluzioni sull’utilizzo di quegli ingredienti finiti “sotto accusa” per mano della stessa Commissione europea.
Perché, al contrario di altri, il settore della colorazione è ancora in un regime da Far West. Come spiega Luigi Gagliardi direttore del reparto di Medicine complementari, naturali e tradizionali - Sicurezza dei prodotti cosmetici dell’Istitutosuperiore di sanità. “Per tutte le categorie di cosmetici”, chiarisce l’esperto, “esiste in Europa una lista positiva di riferimento, vale a dire un elenco degli ingredienti che possono essere usati dall’industria, e al di fuori del quale non si può andare. Ne esiste una per i filtri solari, una per i conservanti, ma non ancora una per le tinture”. Di fatto, dunque, ogni sostanza è ammessa. A meno che non sia espressamente vietata.

Ipotesi di cancro alla vescica
Gli organismi della Commissione europea stanno lavorando per “rimediare” dal 2002, da quando cioè alcuni studi sollevarono l’ipotesi che un gruppo di coloranti fosse collegato all’insorgenza di cancro alla vescica. Quella tesi non è stata mai confermata, ma da allora le industrie del settore furono invitate a consegnare l’inventario delle sostanze utilizzate, in modo che queste potessero essere valutate dal Comitato scientifico per i prodotti di largo consumo.
“Le sostanze sono circa 120, di cui una ventina le più utilizzate”, dice Gagliardi, e continua: “Tra queste, figurano parafenilendiammina, toluenodiammine, idrochinone, acqua ossigenata, amminofenoli. La lista è però destinata a crescere, perché nel frattempo hanno fatto il loro ingresso nell’Unione altri paesi, con altrettante imprese di cosmesi, che probabilmente aggiungeranno all’elenco altri componenti”.
Partendo da qui, dal 2003 si è iniziata ad aggiornare la direttiva 76/768/CEE sull’uso dei prodotti cosmetici, che nell’allegato III, contiene un registro provvisorio delle sostanze ammesse per le tinture.
Lo scorso febbraio, sono state definitivamente “ammesse” le prime 27 sostanze, appena qualche mese prima altri 22 composti erano invece stati banditi, perché le aziende non avevano fornito dossier che dimostrassero sufficientemente la loro sicurezza.
Diverso, invece, il discorso per gli ingredienti su cui si è espresso adesso il Comitato scientifico, che avranno bisogno di essere ulteriormente analizzati.

Strategia europea
La strategia europea prevede poi un altro passaggio. “Le aziende dovranno trasmettere le schede relative alla combinazione delle sostanze utilizzate nella formulazione delle tinture permanenti, che dovranno a loro volta essere valutate”. Per le formulazioni sprovviste di dossier, la messa al bando sarà automatica. Una prima scrematura.
Se sulla carta tutto sembra filare liscio, nella pratica le cose sono molto più complesse, a cominciare dall’esame delle singole sostanze. “Valutare la sostanza pura, decretarne o no la sicurezza, non dà la certezza che quella sostanza sia altrettanto sicura se miscelata ad altre sostanze. Per avere la conferma assoluta dovremmo pensare che uno studio tenga conto di tutte le condizioni d’uso e delle combinazione con i derivati. Allo stato attuale, si otterrà un certo margine di sicurezza, la certezza mai”.

fonte: http://www.ilsalvagente.it/