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Commento ad articoli L'espresso e Altroconsumo

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 10:30
da baciuck
Scusate la presunzione ma lo inserisco a parte :oops:
Il commento è mio ;)
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Ho letto l'articolo dell'Espresso e anche la valutazione di Altroconsumo.
Partendo dal presupposto che ha scatenato il titolone in prima pagina (bio che bluff) con tanto di gioco di parole e di sguardo rivolto al Signore del bio, e cioè l'indagine di Altroconsumo, ho notato qualcosa di incongruente.
I prodotti "bio" analizzati sono 19. Di questi, solo 7 di marche esclusivamente biologiche, I restanti 12 sono di grandi o piccoli brand che producono cibo normale e che per catturare il maggior numero di utenti possibili sfruttano il bollino bio. A mio avviso solo questo rende invalida l'analisi svolta; se proprio dovevano fare comparazioni sul biologico dovevano prendere prodotti trasformati e confezionati da vere aziende che operano esclusivamente in questo campo.
E tra questi, alcuni non sono proprio attinenti alla filosofia del biologico.
Alce Nero ( e il suo socio brand Mielizia) e Baule volante sono produttori abbastanza attenti a produrre cibo salubre seppur trasformato; i due marchi in particolare sono abbastanza diffusi nelle grandi catene di supermercati oltre che nei negozi specializzati.
Ki non lo conosco, per cui non mi soffermo a giudicare.
Cerealvit si presenta male: la sua homepage rimanda subito a consigli per recuperare la forma fisica (il biologico non è questo). Un po' biofurbi. Orrore mi suscita la pubblicità dei cereali al gusto di caffè.
Ecor è un grande, grandissimo produttore distributore di bio a tutto tondo. Commercializza alimenti confezionati ed elaborati, prodotti per l'igiene della casa e della persona, e ha una partnership molto spinta con Naturasì. Sebbene iio compri diversi prodotti Ecor perchè sono più economici rispetto ad altri, non sono convinta che questo marchio sia propriamente un rappresentante del biologico. Troppo grande per i valori a cui dovrebbe attenersi.
Fior di Loto mi sembra principalmente da negozio bio, con prezzi notevoli ;-) ,
La finestra sul cielo si presenta subito con un "Azienda leader nell'elaborazione e scelta di prodotti di alimentazione naturale. Rete di vendita in tutto il territorio nazionale" :-(


Detto questo, inorridisco nel notare che anche nei prodotti bio seri o presunti tali, le fette biscottate siano ricche di grassi vegetali pessimi. Visto tra l'altro che i prezzi sono più che proibitivi.


Finita l'analisi Altroconsumo, non trovo eclatante il dossier scritto da L'Espresso.
Ci sarebbe da fare un monumento a Marina Seveso, che intervista sull'argomento riesce con poche risposte a centrare i punti fondamentali del biologico: scegliere produttori locali, scegliere cibi semplici e trasformarli a casa, scegliere bio principalmente per non inquinare e poi per la nostra salute (che migliorerebbe solo se consumassimo materie prime poco elaborate). Ecco, il dossier si può riassumere così.
Importante l'enfasi data alle certificazioni (che verificano i processi di lavorazione ma non la salubrità o il contenuto in sali/elementi dei cibi).
Importante anche il riferimento alle analisi che dimostrano la maggior presenza di nutrienti e antiossidanti nei vegetali biologici, questo dovrebbe mettere a tacere per qualche giorno i tanti detrattori che sostengono il contrario.
Da evidenziare la risposta di Seveso al dibattito sui pesticidi: la direttrice di Altroconsumo sostiene che i cibi non bio sono sani al pari degli altri nonostante pesticidi e additivi i quali, essendo presenti in misura consentita e quantità infinitesimali, non provocano danni all'organismo. La signora Seveso giustamente ricorda che il singolo elemento non è dannoso, ma non si conoscono ancora gli effetti delle interazioni di mix di pesticidi, coloranti, conservanti e atmosfere modificate. Cosa che tra l'altro evidenzia molto bene nel suo libro Speriamo in bio.

Re: Commento ad articoli L'espresso e Altroconsumo

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 11:04
da BettyBennet
baciuck ha scritto:[cut]l'indagine di Altroconsumo, ho notato qualcosa di incongruente.
I prodotti "bio" analizzati sono 19. Di questi, solo 7 di marche esclusivamente biologiche, I restanti 12 sono di grandi o piccoli brand che producono cibo normale e che per catturare il maggior numero di utenti possibili sfruttano il bollino bio. A mio avviso solo questo rende invalida l'analisi svolta; se proprio dovevano fare comparazioni sul biologico dovevano prendere prodotti trasformati e confezionati da vere aziende che operano esclusivamente in questo campo.
[cut]
Perchè solo un'indagine fra produttori "only" bio? Volendo è possibile tenere le produzioni separata - appunto, volendolo.
Lo scandalo sta proprio in chi ci marcia su questa cosa :x
Ben venga la chiarezza per distinguere chi fa le cose seriamente e chi invece commette vere e proprie frodi.

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 11:12
da baciuck
Se avessero distinto e chiarito subito a grandi lettere quali sono le differenze tra produttori esclusivamente bio e quelli che del bio ne fanno solo un modo per incrementare ulteriormente i guadagni l'avrei accettato.
In questo modo Altroconsumo ha fatto passare il messaggio che il confezionato biologico sia solo una questione di prodotto finale, e non di etica, attenzione all'ambiente, attenzione al consumo locale e sostegno ai piccoli produttori. Il biologico è questo, non Galbusera che si traveste da agnellino e indossa una veste verde :x
E Altroconsumo con la sua analisi ha contribuito a confondere ancora di più le acque. Anzi, sono veramente arrabbiata che abbia potuto mettere in elenco un marchio come Fattoria Scaldasole che nella Guida al consumo critico è sospettato addirittura di avere tracce di Ogm nei suoi prodotti.
L'azienda in questione è tutto tranne che produttore bio :evil:

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 11:26
da BettyBennet
baciuck ha scritto:P[cut]
E Altroconsumo con la sua analisi ha contribuito a confondere ancora di più le acque. [cut]
Senza voler fare una difesa di Altroconsumo soprattutto perchè non ho letto l'articolo penso (e sottolineo penso) che ad oggi "l'uomo comune" non è un esperto in materia. Se provo a chiedere in giro tanti associano a un "bollino biologico" tutte le caratteristiche che tu richiamavi. Ma ciò che gli interessa è che quello che "magnano" non li faccia ammalare fra 10 anni. Insomma, un analisi sul prodotto finale è immediatamente recepibile da un vasto pubblico e magari è con questa ottica che Altroconsumo ha condotto la sua indagine.
E' auspicabile che presto si arriv,i anche da parte della stampa a maggior diffusione, a parlare di biologico in termini di "filosofia di produzione" con tutto quello che ne consegue per l'ambiente e un tipo di produzione meno intensivo.

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 11:44
da baciuck
Hai ragione, con la panza piena sono tutti felici.
Pane e circo, dicevano i romani :D , e se il pane ha una scadenza di dieci anni, intanto mi riempio.

Ti linko i riferimenti così li leggi:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... de/1732409

Sul sito di altroconsumo che non riesco ad aprire c'è il pdf completo dell'indagine.

Inviato: venerdì 31 agosto, 2007 13:30
da peonia
baciuck ha scritto:Sul sito di altroconsumo che non riesco ad aprire c'è il pdf completo dell'indagine.
Ecco il link

http://www.altroconsumo.it/images/17/175373_Attach.pdf

ora leggo per vedere che dice

Inviato: venerdì 06 marzo, 2009 15:27
da Valoe
Mmm questo articolo ha inquietato anche me, leggo marche di cui pensavo di potermi fidare che proprio biologiche al 100% non sono, sono riuscita persino a scovare una parafarmacia che mi ordinerebbe i prodotti del Fior di Loto (dato che nella mia zona non vi sono molte tracce di prodotti bio) ed ora, leggendo questo articolo, e trovando qualche inci sulle saponette di questo marchio che contengono coloranti dal bollino rosso, devo dedurre di aver faticato per niente?
Non mi posso fidare neanche delle certificazioni?
O dovrei ampliare il mio ragionamento in un'ottica più ampia, contemplando anche fattori come attenzione all'ambiente, coltivazione non intensiva, sostegno ai consumatori locali e piccoli produttori?

Il prodotto finale e tutto ciò che a monte non dovrebbero essere frutto di una simbiosi etica?

Scusate questo piccolo commento, ma ero tanto felice di aver trovato chi potesse rifornirmi ed ora ho solo timore di aver ottenuto solo un buco nell'acqua :cry:

Inviato: mercoledì 11 marzo, 2009 17:51
da Diadema
Sul biologico spesso si leggono notizie sconfortanti....pure di quello non si è sicuri ormai e paghiamo i prodotti bio di più sperando che siano migliori degli altri.

Qualche mese fa avevo letto non so più dove una battuta su tutta questa mania del biologico...si faceva riferimento al miele. Più o meno diceva così: "ma le api per riconoscere un campo di fiori biologico quando si avvicinano a uno non-biologico trovano un semaforo rosso che le blocca?" Mi aveva fatto sorridere amaramente (premetto che non so nulla sulla produzione del miele). - E meno male che le api stanno ritornando :bee:-
Allora ho inziato a pensare ad esempio alle banane biologiche, al cocco biologico...da dove provengono distinguono il biologico dal non-biologico? Può esistere un cocco biologico diverso da quello non-biologico? :roll:

Personalmente cerco di non fissarmi troppo....se devo usare la scorza di arance e limoni li compro biologici...o faccio attenzione, se mi ricordo, per il mais, dato che ho il terrore che possa essere ogm (ma tanto chi lo può garantire? credo nessuno..) Per il resto leggo gli ingredienti e cerco di comprare il meno peggio che trovo.