korallo ha scritto:Voi non avate mai questa sensazione di colpa per soldi spesi in qualcosa che non vale quello che si è pagato ma comprati solo per stupida vanità?
Personalmente cerco di ovviare ai sensi di colpa non spendendo più di un tot al mese, e comprando appunto cose che durano nel tempo: quindi ad esempio, niente scarpe all’ultima moda, bellissime ma un po’ stravaganti e che non metterò l’anno prossimo perché non più di moda. Mi verrebbe da dire che compro quello che "mi serve", ma questa non è che la giustificazione che do a me stessa, dal momento che quello che possiedo potrebbe bastare a vestirmi per il resto della mia vita. Quindi, sì...io i sensi di colpa li ho, a meno che non stia comprando un paio di scarpe perché l’unico paio che ho è sfondato. Cosa ovviamente improbabile.
Nameless ha scritto:Tutto questo perché tappare i miei difetti mi sa di finto; non sono più io quella che vedo allo specchio e invece di sentirmi più sicura mi sento a disagio; finta. Se qualcuno mi fa notare che sembro morta penso "ma che 'te frega?" Insomma, sono problemi loro.
Sì, ma quando lavori l’aspetto è importante. E non parlo certo di essere bella e provocante per fare carriera

ma semplicemente di essere a posto e ordinate, che è una cosa che i miei "superiori" ci chiedono costantemente, avendo appunto a che fare con "la gente". Se dio vuole farò il medico, secondo voi è bello vedere una dottoressa con le occhiaie e il colorito cadaverico? Sicuramente a qualcuno non interessa nulla, non è quello che fa di me un bravo medico o meno, ma quando sei agli inizi, dare un’immagine di sé fresca e curata è importante. Magari un giorno potrò permettermi di andare a lavorare senza trucco, coi capelli arruffati e i baffi

. Ma per il momento, esattamente come Tomatina, ho bisogno del mio
makeup base per sentirmi sicura di me, per sostenere uno sguardo e correre felice e incurante da un corridoio all’altro

.
Io considero le mie occhiaie come qualcosa di non mio, anche perché non stanno lì tutti i giorni! E andare in giro con queste ospiti indesiderate, questo mi fa sentire "finta", diversa da me stessa. Certo, se avessi su un makeup tipo quello che fanno le estetiste...lì sì che mi sentirei a disagio.
Non parliamo poi di quando si tratta di sostenere un esame...! coi miei professori il trucco "guarda quanto sono sbattuta ho studiato tutta la notte e non sono andata neanche un giorno a mare per studiare" non attacca.
In questo caso il problema è tutto mio, non degli altri

.
E’ ovvio che queste sono considerazioni basate sulla mia esperienza personale, e che sicuramente parte del problema è dentro di me, ci sono donne (e dottoresse) bellissime anche senza trucco e con le occhiaie! Purtroppo io non sono una di queste, altrimenti chi se ne fregherebbe di truccarsi?
Tomatina ha scritto:Io invece, grazie alla consapevolezza che ho oggi, la vivo come la vendita anche di felicita'. effimera, costosa, ma che mi rende, anche solo momentaneamente, felice.
Forse, se non vivessi l’acquisto come un qualcosa di superfluo, anch’io potrei sentirmi, semplicemente, felice. Ma non è così, e so che non spenderei troppi soldi neanche se potessi permetterlo. Per il makeup sento questo problema ancor di più, perché il correttore è destinato ad avere una fine, fine che ad ogni ditata si avvicina sempre più, sino a quando avrò una (bellissima

) scatolina vuota, pagata 22€, senza che il mio difetto sia scomparso o neanche migliorato, e senza che la mia autostima sia cresciuta di un millimetro. Certo, mi avrà dato una mano in più situazioni, ma non gli dirò: "addio per sempre mio caro...sono stata felice assieme a te"

Scherzo ovviamente. Io mi sforzo di comprendere le posizioni altrui, mi rendo conto che se considerassi superficiale una persona solo perché ama la moda e ama spendere in begli oggetti, peccherei io stessa del difetto che le avevo inizialmente attribuito.
Valent1na ha scritto:il dialogo più produttivo nasce dalla divergenza di opinioni
Parole sante
