Kataweb - Cosmetici, biologico è meglio.
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Kataweb - Cosmetici, biologico è meglio.
di Luca Puddu
In aumento la produzione di cosmetici biologici composti al 95% da elementi naturali. Li sceglie il 35% delle donne italiane. Attenzione ad alcuni composti chimici contenuti nei prodotti tradizionali
Nessun conservante artificiale; stop ai residui chimici e di origine animale; vietati aromi e colori artificiali derivati da petrolio e ogm. Se un tempo il segreto per avere una cura ottimale del proprio corpo erano gli olii e i prodotti naturali estratti da piante ed erbe aromatiche, oggi la soluzione si chiama cosmetica biologica, trend in forte ascesa in Europa e in Italia negli ultimi anni nonostante l’imperversare della crisi economica.
In commercio infatti sono sempre di più i marchi che basano la propria composizione su prodotti naturali che minimizzano l’utilizzo di sostanze sintetiche; mentre, secondo Ecoalimenta, sarebbe di circa il 35% la percentuale di donne che nel nostro Paese preferisce acquistare cosmetici naturali e sostenibili. Tra i big nostrani, la Collistar promuove l’utilizzo di materie prime non OGM e non testate sugli animali preferendo i materiali riciclabili. Altre aziende come la Khiel’s scelgono inchiostri derivati dalla soia per le etichette, mentre la giapponese Shiseido è stata la prima azienda cosmetica a ottenere una certificazione ecologica dal ministero dell’Ambiente del Sol Levante.
I cosmetici biologici sono riconoscibili grazie alla presenza di un logo di certificazione che ne attesta il rispetto di determinati standard: in primo luogo la composizione deve essere per almeno il 95% fatta di prodotti naturali, mentre il restante 5% può essere rappresentato da ingredienti sintetici ma appartenenti a una lista specifica; inoltre, l’etichetta deve contrassegnare con un asterisco gli ingredienti biologici in modo da individuarli con maggiore facilità.
In Italia si segue il disciplinare europeo Ce/834/2007 che definisce le norme di produzione, le materie prime impiegabili, il controllo e la certificazione,l'importazione dai paesi terzi e in particolare l'etichettattura.
Ad oggi si contano oltre 2 mila cosmetici sostenibili, 500 in più rispetto a un anno fa (+32%). In Italia il mercato è in costante crescita: il fatturato è passato dai 100 miliono di euro del 2002 ai 179 milioni di euro nel 2006 (+ 80%) e se ne prevede il raddoppio entro il 2010 (pari a 350 milioni di euro).
Insieme alle garanzie dei cosmetici biologici, aumentano però anche i rischi verso quei prodotti ritenuti allettanti perchè economici. Clicca qui per vedere la lista dei dieci ingredienti cosmetici e di bellezza pericolosi per il consumatore.
(22 Ottobre 2009)
Articolo originale: http://canali.kataweb.it/kataweb-consum ... f=rephpsp1
In aumento la produzione di cosmetici biologici composti al 95% da elementi naturali. Li sceglie il 35% delle donne italiane. Attenzione ad alcuni composti chimici contenuti nei prodotti tradizionali
Nessun conservante artificiale; stop ai residui chimici e di origine animale; vietati aromi e colori artificiali derivati da petrolio e ogm. Se un tempo il segreto per avere una cura ottimale del proprio corpo erano gli olii e i prodotti naturali estratti da piante ed erbe aromatiche, oggi la soluzione si chiama cosmetica biologica, trend in forte ascesa in Europa e in Italia negli ultimi anni nonostante l’imperversare della crisi economica.
In commercio infatti sono sempre di più i marchi che basano la propria composizione su prodotti naturali che minimizzano l’utilizzo di sostanze sintetiche; mentre, secondo Ecoalimenta, sarebbe di circa il 35% la percentuale di donne che nel nostro Paese preferisce acquistare cosmetici naturali e sostenibili. Tra i big nostrani, la Collistar promuove l’utilizzo di materie prime non OGM e non testate sugli animali preferendo i materiali riciclabili. Altre aziende come la Khiel’s scelgono inchiostri derivati dalla soia per le etichette, mentre la giapponese Shiseido è stata la prima azienda cosmetica a ottenere una certificazione ecologica dal ministero dell’Ambiente del Sol Levante.
I cosmetici biologici sono riconoscibili grazie alla presenza di un logo di certificazione che ne attesta il rispetto di determinati standard: in primo luogo la composizione deve essere per almeno il 95% fatta di prodotti naturali, mentre il restante 5% può essere rappresentato da ingredienti sintetici ma appartenenti a una lista specifica; inoltre, l’etichetta deve contrassegnare con un asterisco gli ingredienti biologici in modo da individuarli con maggiore facilità.
In Italia si segue il disciplinare europeo Ce/834/2007 che definisce le norme di produzione, le materie prime impiegabili, il controllo e la certificazione,l'importazione dai paesi terzi e in particolare l'etichettattura.
Ad oggi si contano oltre 2 mila cosmetici sostenibili, 500 in più rispetto a un anno fa (+32%). In Italia il mercato è in costante crescita: il fatturato è passato dai 100 miliono di euro del 2002 ai 179 milioni di euro nel 2006 (+ 80%) e se ne prevede il raddoppio entro il 2010 (pari a 350 milioni di euro).
Insieme alle garanzie dei cosmetici biologici, aumentano però anche i rischi verso quei prodotti ritenuti allettanti perchè economici. Clicca qui per vedere la lista dei dieci ingredienti cosmetici e di bellezza pericolosi per il consumatore.
(22 Ottobre 2009)
Articolo originale: http://canali.kataweb.it/kataweb-consum ... f=rephpsp1
Il mio blog sulle eco-mestruazioni: Coppette, amore e...
Oddio per essere una lista rivolta a persone che non hanno idea di cosa sia l'ecobio e abituata a comprare l'olio Johnson's e lo shampoo Pantene, potrebbe essere un punto di partenza. Certo non è esauriente, ma da qualche parte si deve pur partire.
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E tu prendimi, portami con Te, come un incendio nelle tue abitudini
E tu prendimi, portami con Te, come un incendio nelle tue abitudini
Lo trovo uno dei tanti articoli imprecisi e terroristici:
Come aziende vengono citate Collistar, Sisheido e Khiel's che non mi pare siano paladine del bioeco, inoltre questa frase:
A meno che la certificazione ecologica non sia riferita ad un unico prodotto, oppure i giapponesi ritengano ecologici i siliconi.
Insomma questa affermazione è buttata lì così senza spiegare nulla, ma al lettore poco esperto passerà l'idea che sisheido fa cosmetici ecologici.
La lista è terrorismo puro, il Propylene Glycol scritto due volte e pure errato (i al posto di y), ma soprattutto:
Finchè le informazioni che passeranno saranno queste, l'ecobio vero avrà ben poco campo e la strada delle ecofurbizie e dei prodotti approssimativi sarà sempre più spianata.
Eh?Nessun conservante artificiale
eh?? forse che yogurt e miele sono vietati nella cosmesi eco? non mi pare.stop ai residui chimici e di origine animale
Come aziende vengono citate Collistar, Sisheido e Khiel's che non mi pare siano paladine del bioeco, inoltre questa frase:
è fuorviante. Gli inci di Shiseido li abbiamo visti online e sappiamo quanto poco eco siano, per cui la certificazione (senza dubbio meritevole) deve riguardare più che altro il modo di produrre, l'attenzione al riciclo, al risparmio energetico e cose così, non certo la composizione del cosmetico.Shiseido è stata la prima azienda cosmetica a ottenere una certificazione ecologica dal ministero dell’Ambiente del Sol Levante
A meno che la certificazione ecologica non sia riferita ad un unico prodotto, oppure i giapponesi ritengano ecologici i siliconi.
Insomma questa affermazione è buttata lì così senza spiegare nulla, ma al lettore poco esperto passerà l'idea che sisheido fa cosmetici ecologici.
Secondo quale certificazione non lo dicono però; infatti questa qui riportata certifica il cosmetico natrue ***, almeno a naso. Ma ci sono altre certificazioni (chi è interessato può leggersi il mio articolo su skineco, dove ho cercato di fare una sintesi).I cosmetici biologici sono riconoscibili grazie alla presenza di un logo di certificazione che ne attesta il rispetto di determinati standard: in primo luogo la composizione deve essere per almeno il 95% fatta di prodotti naturali, mentre il restante 5% può essere rappresentato da ingredienti sintetici ma appartenenti a una lista specifica; inoltre, l’etichetta deve contrassegnare con un asterisco gli ingredienti biologici in modo da individuarli con maggiore facilità.
A parte che il solito terrorismo su ciò che fa male invece che su ciò che inquina, che sarebbe molto più appropriato, ormai non lo si può proprio sopportare, si collega il rischio al prodotto economico quando noi sappiamo benissimo che le due cose non sono affatto collegate tra loro.Insieme alle garanzie dei cosmetici biologici, aumentano però anche i rischi verso quei prodotti ritenuti allettanti perchè economici
La lista è terrorismo puro, il Propylene Glycol scritto due volte e pure errato (i al posto di y), ma soprattutto:
Vorrei proprio sapere la fonte di un'affermazione del genere.Coloranti sintetici: usati per abbellire, vanno evitati in quanto spesso sono cancerogeni;
Finchè le informazioni che passeranno saranno queste, l'ecobio vero avrà ben poco campo e la strada delle ecofurbizie e dei prodotti approssimativi sarà sempre più spianata.
Tutto per un'unica meraviglia.
anche secondo me è un articolo impreciso....non sono una massima esperta, ma se questi devono essere gli articoli che diffondono il verbo ecobio, stiamo fesche! la lista mi pare un elenco della lavandaia che non stimola nessuna curiosità in chi non sa ancora nulla dell'ecobio, e che non aggiunge niente alle conoscenze di chi invece in questo mondo ci bazzica. Mi pare non parli nemmeno dei siliconi....però l'articolo parla di Collistar, Shiseido, le vere marche ecobio! 
Io non lo farei leggere ad una persona "ignorante"....piuttosto le farei leggere la dispensa di azahar!

Io non lo farei leggere ad una persona "ignorante"....piuttosto le farei leggere la dispensa di azahar!
L'essentiel est invisible pour les yeux
lo stavo leggendo adesso l'articolo ed anche inserendo...ma qui ci sono spalmine informatissime e velocissime...
a me ha colpito il fatto che qui, ma anhce in altri articoli, si faccia confusione tra salute della pelle del consumatore ed attenzione all'ambiente: cosa c'entra l'inchiostro con cui si stampano le scritte sulle scatole se stiamo parlando di sostanze presenti nelle creme? Anche nella pubblicità di una marca presente con il suo stand nella GD - che fa dell'attenzione all'ambiente uno dei suoi baluardi, ma i cui inci spesso sono irreperibili perchè non presenti sulle confezioni o su bugiardini esterni che in negozio dovrebbero avere a disposizione e non hanno- si punta l'attenzione sull'ecocompatibilità delle confezioni dei prodotti
! Ok, benissimo, è importante anche quella, ma cosa me ne torna di buono alla salute se nella confezione del rossetto, o nelle scritte stampate sulla scatola, non c'è piombo e nello stick o nella crema sì?!? E non mi è nenahce dato saperlo...vista la segretezza dell'informazione... (quando ho provato a chiedere mi hanno risposto: "sono cosmetici naturali, lei a cosa è allergica?")

a me ha colpito il fatto che qui, ma anhce in altri articoli, si faccia confusione tra salute della pelle del consumatore ed attenzione all'ambiente: cosa c'entra l'inchiostro con cui si stampano le scritte sulle scatole se stiamo parlando di sostanze presenti nelle creme? Anche nella pubblicità di una marca presente con il suo stand nella GD - che fa dell'attenzione all'ambiente uno dei suoi baluardi, ma i cui inci spesso sono irreperibili perchè non presenti sulle confezioni o su bugiardini esterni che in negozio dovrebbero avere a disposizione e non hanno- si punta l'attenzione sull'ecocompatibilità delle confezioni dei prodotti

...gli animali ci guardano...