

Neobeauty
Gusto cosmetico
di Monica Marelli
Talmente buone che si possono anche mangiare. Arrivano le creme food grade, l’ultima tranquillizzante versione della cosmetica organica
Questa volta non è stata una trovata pubblicitaria o il bizzarro colpo di genio dell’ufficio marketing. Ma l’effetto-sorpresa sul pubblico è stato dirompente. Durante l’ultimo Natural Beauty Summit tenutosi a New York, il sessantasettenne fondatore storico della casa cosmetica Aveda, Horst Rachelbacher, ha bevuto davanti a tutti la lacca prodotta da Intelligent Nutrients, la sua “creatura” più recente, una linea di prodotti beauty che offre soltanto cosmetici biologici certificati. Lo scopo? Dimostrare che quello spray è così “naturale” da essere completamente edibile. Spettacolo a parte, è questa la nuova frontiera del food grade, ultima mutazione della tecnologia cosmetica che oggi permette di includere sempre più ingredienti edibili nei trattamenti, preservandone e migliorandone le virtù già note. Le etichette assomigliano sempre di più a brevi menu e questo ai consumatori piace moltissimo: nonostante la crisi economica mondiale, la domanda di creme a base di ingredienti naturali è in crescita, soprattutto in Europa, continente che con due miliardi di dollari ha decisamente superato il mercato americano. Il merito di questo successo? L’atavica confidenza fra cibo e corpo: in gioco ci sono le sostanze che il nostro organismo conosce da più tempo e “istintivamente” ne è attratto. Il cosmetico che affida l’azione di punta a un ingrediente edibile, insomma, ha un appeal “tranquillizzante”, ispira fiducia e in un certo senso contiene un messaggio ecologico. Secondo Judi Beerling, ricercatore di Organic Monitor, azienda di consulting specializzata in analisi di mercato per prodotti biologici, la produzione di tali “materie prime” (fra cui per esempio l’olio di oliva e quello di mandorle, la camomilla, gli agrumi ecc.) ha un impattoambientale basso, semplicemente perché vi è una grande disponibilità. Lo spettacolo dell’hair spray drink non è stato l’unico: l’amministratore delegato di Yes To Carrots, azienda cosmetica nota per fornire prodotti naturali privi di conservanti della famiglia dei parabeni (distribuita da Sephora), ha morso, masticato e ingoiato del balsamo per labbra. Per dimostrare l’assoluta innocuità del lipstick.
PRIMO: TRASFORMARE
È tutto così semplice nel mondo della cosmetic food? Basta frullare un cetriolo e inserirlo in un latte detergente adatto a “stringere” i pori o strizzare un limone e aggiungerlo in una lozione per schiarire le macchie? «Assolutamente no, ci vuole un apparato tecnologico che tramite trasformazioni fisiche, per esempio la purificazione e la centrifugazione, “adatti” l’alimento, lo renda un perfetto ingrediente delle singole formule, ne prelevi i giusti estratti attivi o i derivati», avverte la dottoressa Daniela Villa, direttore tecnico di L’Erbolario, che aggiunge: «Da più di trent’anni utilizziamo questa tipologia di sostanze pur non formulando cosmetici edibili. Fin dall’inizio, circa trent’anni fa, abbiamo creduto nella naturale bioaffinità tra cibo e pelle, nel senso che gli attivi presenti nelle sostanze alimentari, oltre ad avere una funzione “interna”, possono mostrare la stessa attività anche all’esterno.
e conferme scientifiche sono arrivate di lì a poco. Sono convinta che gli ingredienti edibili saranno sempre più amati dai consumatori. Non è un caso che il mercato di questi prodotti continui a crescere: in momenti come questi, di incertezza economica e sociale, affidarsi a qualcosa di conosciuto si traduce in una sensazione di grande sicurezza, cioè il consumatore “sa” che quell’ingrediente può funzionare e non fa danni». Fra cosmetic food e corpo, dunque, esiste un’attrazione naturale che L’Erbolario sfrutta non solo per le creme viso. Linea di recente formulazione è Citrus, con detergenti e idratanti per il corpo, che concentra le sostanze funzionali degli agrumi con un alto contenuto di vitamine e bioflavonoidi per mantenere l’elasticità della pelle e neutralizzare i radicali liberi. Il Bagnoschiuma Rinfrescante per esempio deterge delicatamente con l’olio di mandorle dolci e gli aminoacidi del grano.
PENSARE AL TERRITORIO
Uno degli ingredienti cosmetici edibili più utilizzati è l’olio di palma. Si ottiene dai frutti della pianta Elaeis Guineensis ed è uno dei grassi più versatili e apprezzati sia come alimento, particolarmente ricco com’è di vitamina E antiossidante, sia come ingrediente, visto che è anche un ottimo cicatrizzante. La domanda sempre crescente (cui si aggiunge il suo utilizzo come biocarburante) si è tradotta in un pesante impoverimento delle foreste tropicali, abbattute per fare spazio alle lucrose coltivazioni della palma da olio. Un processo che sta però danneggiando la biodiversità di molte zone e, secondo alcuni scienziati tra cui quelli dell’Università di Cambridge, ha innestato “reazioni a catena” che portano a un inasprimento dell’effetto serra. Per promuovere una produzione “intelligente” della palma da olio, alcune case cosmetiche hanno aderito al Roundtable on Sustainable Palm Oil, associazione no profit con sede a Zurigo e Kuala Lumpur. Nata nel 2004, riunisce enti e industrie che basano il proprio business sul commercio dell’apprezzato olio da palma ma desiderano condurre i propri affari in modo responsabile, contenendo i volumi di produzione e sviluppando la crescita e il rinnovo della pianta (www.rspo.org).
da
la Repubblica,
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