Ciao suadina, provo ad aggiungere qualche info che possa aiutarti nella scelta (e che ha aiutato anche me a suo tempo).
Dal 2006 è obbligatorio indicare in etichetta tutti gli allergeni e i prodotti tossici presenti in un alimento.
Da allora sulle etichette del vino è obbligatorio segnalare la presenta si solfiti quando la loro concentrazione superi 10mg/l o 10mg/kg.
La causa è l'anidride solforosa ( o biossido di zolfo, formula chimica SO2; cod. UE E220) e i suoi derivati che vengono impiegati, pur esendo tossici ed allergeni, soprattutto in enologia, ma anche in molte altre preparazioni alimentari.
L'SO2 viene usata fin dall'antichità in campo enologico. Oggi si usa in molte fasi della preparazione del vino, dal mosto alla conservazione, dato che ha diverse proprietà:
- antisettiche
- antiossidanti
- antiossidasiche
- solubilizzanti utili all'estrazione del colore presente nelle bucce
- chiarificanti.
Però l'anidiride solforosa libera e combinata nel vino e nei cibi può comportare dei rischi per la salute, talvolta seri. Provo ad elencare i più importanti a mio avviso:
- sono possibili reazioni allergiche anche a bassi dosaggi in alcune persone, soprattutto negli asmatici
- può condurre ad irritazioni ed infiammazioni del tubo digerente e delle vie respiratorie
- può alterare il metabolismo della vitamina B1 la carenza della quale può influire sul metabolismo degli zuccheri.
Per la normativa italiana l'anidride solforosa totale non deve superare la concentrazione di 160 mg/l per i vini rossi, 210 per i bianchi, 400 per i vini dolci (le norme europee hanno limiti differenti).
Se pensiamo che per l'OMS la Dose Giornaliera Ammissibile è di circa 0.7 mg per kg di peso corporeo, facendo due calcoli, e anche trascurando il fatto che potremmo assumerne da altre fonti, si vede bene che potrebbe essere già superata bevendo quantità non eccessive di vini (io ci sto provando ora sosreggiando un gustosissimo Moscato di Terracina che mi hanno regalato

).
Ma tant'è: per lungo tempo si è ritenuta l'SO2 insostituibile, almeno in enologia.
Ma veniamo alle buone notizie.
Diversi anni fa, alcuni enologi e produttori in italia e altrove hanno iniziato a pensare che non fosse impossibile fare dei vini senza solfiti aggiunti. Certo, come abbiamo visto, più facili i rossi, meno i bianchi e i vini dolci, ma hanno dimostrato che è possibile.
La chiave sta nel cambiare le pratiche di igiene della cantina, della raccolta, preparazione e pigiatura e in altri accorgimenti nella conservazione.
Ci sono piccole aziende italiane che fanno vini senza solfiti aggiunti eccellenti e che hanno inventato dei procedimenti e delle macchine innovative. E i risultati si vedono! Anzi: si gustano!
Certo, qualche solfito viene prodotto naturalmente anche dai lieviti in fermentazione, ma tieni conto che raramente superano i 10 mg/l.
Proprio ieri ho bevuto una bottiglia di Cabernet prodotta in Friuli senza solfiti aggiunti: buonissima!!!!
Non so se si trovino già nei supermercati; nelle enoteche più attente, anche on-line, sì. E il prezzo è simile al convenzionale di pari qualità. Comunque occorre leggere l'etichetta. Di solito riportano la dizione "SENZA SOLFITI AGGIUNTI" e/o "NO SULPHUR ADDEDD".
Concludo dicendo che il vino è natura, è festa, è saperi campagnoli millenari, è convivio, è buono se fatto bene è.... Non è 'moda' né snobbismo ecc. ecc. ... ai quali purtroppo ultimamente si assiste troppo spesso.
Ma naturalmente, come ogni cosa, se si eccede può essere dannoso.
Comunque se provate i vini senza solfiti vi accorgerete che il giorno dopo non avrete il 'cerchio alla testa' o la 'pesantezza'. Sempre che non ne abbiate bevuto troppo! Anche l'alcool è tossico oltre una certa quantità! ;-)
