Nella giungla delle etichette

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barbara
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Nella giungla delle etichette

Messaggio da barbara »

Indagine sui prodotti che ogni giorno compriamo al supermercato
per scoprire le piccole e grandi bugie dell'industria alimentare

Nella giungla delle etichette
Un carrello pieno di trappole

di JENNER MELETTI

ROMA - Consiglio per gli acquisti: una lente di ingrandimento. Solo con questo strumento, fra le corsie di un supermercato, è possibile sapere cosa si compra per la propria tavola. Ecco, ad esempio, i "Cappelletti al prosciutto crudo" dei Freschi Buitoni, mezzo chilo, euro 1,99. Sulla confezione, l'immagine di una bella fetta di prosciutto. Sembra di sentirne il profumo. Con una vista da aquila - o con una buona lente - si scopre che per fare i cappelletti, oltre a farina, uova, sale non è stata usata solo la coscia stagionata del maiale. Si legge infatti che "il prodotto contiene carne di suino cotta, pangrattato, mortadella (carne di suino, grasso di suino, cuori di suino, trippini di suino), prosciutto crudo stagionato: 9,5% del ripieno".

Tutto in regola, ovviamente. Certo, se sulla busta fosse scritto in grande "cappelletti al grasso e cuore di suino" davanti allo scaffale non ci sarebbe la fila. Ma chi ha tempo di leggere? Qui, al supermercato Sma di via Laterani 39/41, è ormai ora di cena. Il pensiero è rivolto al frigo di casa, per ricordare cosa manca. Gli occhi servono solo per guardare i prezzi, per non spendere più di quanto c'è nel portafogli. "Mi lascia passare? Ho solo tre pezzi. I figli aspettano".

Oltre alla lente, meglio portarsi un esperto. Stefano Masini, docente di diritto alimentare a Scienze della nutrizione dell'università di Tor Vergata, è anche responsabile consumi della Coldiretti. Proprio nei giorni scorsi la Commissione europea ha stabilito che le etichette debbono cambiare, per fare sì che "i consumatori dispongano, in modo leggibile e comprensibile, delle informazioni essenziali per fare scelte consapevoli". Il professor Masini non è entusiasta.

"Già il regolamento europeo numero 178 del 2002 recitava che "etichettatura, pubblicità, presentazione, compresi forma, aspetto, confezionamento e informazioni non debbono trarre in inganno il consumatore".

Ma la confusione è ancora grande. E anche questa nuova normativa ha un difetto pesante. I consumatori chiedevano di conoscere l'origine dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti, con l'obbligo dell'etichetta di provenienza, e la Commissione ha risposto che questa etichetta è un elemento volontario".

"Qui in Italia le decisioni vengono prese solo dopo le emergenze. Dopo mucca pazza, oggi è possibile sapere dove è nato il bovino, dove è cresciuto, dove è stato macellato. Dopo l'aviaria, c'è anche la tracciabilità del pollo, ma solo transitoriamente: l'Unione ha infatti avviato una procedura di infrazione, perché dire che il pollo è italiano sarebbe una sorta di barriera non tariffaria. Nessuna tracciabilità, invece, per il coniglio, il maiale, l'agnello. Sull'olio extravergine di oliva si è discusso dieci anni. Noi ne produciamo 500.000 tonnellate all'anno e ne importiamo 400.000. E' facile mescolare. Dal 16 gennaio 2007 sulle etichette dovrebbe essere specificata la zona di origine delle olive, il paese di raccolta e quello del frantoio".

Il carrello è pronto, si può cominciare la spesa. Una bottiglia di olio extravergine di oliva Olitalia, euro 5,10. "Uno vede scritto Olitalia, traduce immediatamente olio d'Italia e pensa di comprare olio italiano. Ma non si sa. Non c'è scritto da nessuna parte dove le olive siano state coltivate e portate al frantoio. Ecco, questo è un caso che può essere segnalato all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, per ingannevolezza del messaggio". Un tubetto di Star sugo Lampo, euro 0,70. "Dopo tante battaglie con la Cina, sulle scatole di pelati è specificata l'origine dei pomodori. Ma per le salse non vale". Chi voglia sapere di più, sulle origini del pomodoro finito nel tubetto Lampo, prodotto a Busseto di Parma, dovrebbe telefonare al numero verde 800274094. Un pacchetto di mais Mon Ami, euro 0,99.

"E anche questo, da dove arriva? Mais, soia, cotone e tabacco sono spesso Ogm, prodotti in Argentina, Stati Uniti, Canada e Brasile. Sarebbe meglio precisare l'origine, così si è più tranquilli. L'etichettatura sugli Ogm è molto complessa. Da una parte c'è l'obbligo di scrivere Ogm quando la percentuale supera lo 0,9%. Sono solo tracce, provocate da una non netta separazione fra produzioni Ogm e non Ogm. La disciplina che si sta discutendo è precisa: non ci deve essere contatto fra una produzione e l'altra, addirittura anche i mezzi agricoli debbono essere separati. Ma ci sono incongruenze: una vacca può essere alimentata con Ogm e chi beve il latte non ha il diritto di essere informato".

Benedetta sia la lente di ingrandimento. Compri il wurstel Fiorucci Suillo classico, euro 1,90, con la scritta grande che annuncia "100% puro suino" e scopri che dentro c'è "carne di suino, 80%". Passi davanti a un espositore che offre "Burn Energy drink, Now estra Potent", una lattina scura, euro 1,45. "Lo può comprare anche un bambino, perché pensa di avere più scatto nella partita di pallone. Ma in piccolo c'è scritto: "Questo prodotto non è adatto ai minori di 16 anni, a gestanti, a persone sensibili alla caffeina"". Ingredienti: caffeina e taurina. Le etichette della carne sono precise. "Nato: Italia. Macellato: Italia.

Sezionato: Italia", è scritto sulla confezione di cotolette di pollo Aia. Scopri che il tacchino Rovagnati, trasformato in fette di arrosto, grammi 120, euro 2,99, ha fatto un lungo viaggio: "Provenienza: Brasile", annuncia l'etichetta. "L'importante - dice Stefano Masini - che l'informazione sia chiara, poi ciascuno fa le proprie scelte. Certo, per fare bene la spesa al supermercato, non basterebbe un corso universitario. Prendiamo, ad esempio, il cioccolato. In Italia c'era una legge che diceva: si chiama Cioccolato solo quello fatto con cacao e burro. Quello con la margarina si chiamava Surrogato. Ma gli altri Paesi europei produttori di margarina hanno fatto ricorso alla Corte di giustizia della Comunità, che ci ha condannato. Ora si è fatto un compromesso. Quello con il burro lo chiamiamo Cioccolato puro, quello con la margarina, l'ex Surrogato, Cioccolato e basta".

Due sporte di spesa, euro 50,31 e un breve viaggio all'università di Tor Vergata, nello studio del professor Giuseppe Rotilio, docente di biochimica della nutrizione, preside del corso di laurea in Scienza della nutrizione umana. La scrivania viene invasa da confezioni, pacchi, barattoli. "Basta una prima occhiata - dice il professore - per capire che lei spende male i suoi soldi. Troppe calorie, troppi zuccheri. Il problema principale sono appunto gli zuccheri semplici, che assieme ai carboidrati servono per l'energia ma oggi sono assunti in modo esagerato. Si mangia come se tutti fossimo maratoneti o operai da fatica e invece stiamo seduti a una scrivania". Primo esame: un bel pacco di merendine, le Trecce Auchan. L'etichetta racconta che 100 grammi portano 470 calorie, con 53,9 grammi di carboidrati e 25,5 di grassi.

"Non c'è scritta la percentuale di zuccheri semplici. Anzi no: si dice che in superficie sono il 7%. Ma dentro la pasta? Ci sono arancia candita, sciroppo di glucosio e fruttosio, emulsionante, burro, lievito di birra. Ecco, una merendina di queste è già un pranzo. E' un cibo troppo ricco, per la nostra generazione. Quando si compra, la prima cosa da guardare sono gli zuccheri semplici, che entrano rapidamente nel sangue ed alzano l'indice glicemico. Provocano l'accumulo di grasso e il tessuto adiposo è resistente all'insulina: alla fine si va verso il diabete".

Il professore non è nostalgico del passato. "O lei riesce a nutrirsi con l'insalata coltivata in un orto non concimato o deve fare i conti con l'industria alimentare. Non demonizzo: in fine dei conti, da quando esiste, noi uomini viviamo di più e meglio. Ma bisogna stare attenti agli eccessi". Nel tacchino arrosto Rovagnati c'è il destrosio, glucosio di sintesi. Zucchero anche nelle lasagne al pesto e mozzarella. Nella cotoletta Aia, "saporita e croccante", ci sono sia saccarosio che destrosio. "Dovrebbero precisare la percentuale. Ma io mi chiedo? Perché aggiungere questo zucchero? Il bambino che si abitua a questi sapori, quando la mamma prepara la semplice bistecca, si lamenta perché è sciapa. Lo zucchero è un additivo pericoloso perché aumenta le calorie e cambia il gusto naturale. Se mangio una coscia di maiale mi aspetto grassi e proteine, non zuccheri. In compenso, il grasso viene demonizzato. E' vero, ha molte calorie ma queste vengono liberate gradualmente e, se non sono combinate con lo zucchero, non si accumulano. Il grasso - lo spiego agli studenti - di per sé non ingrassa".

Tanti i prodotti che si presentano come paladini della salute. Il Danacol della Danone (confezione da quattro, euro 3,98) è "il tuo alleato contro il colesterolo". "Solo 1,1% di grassi - dice il professor Rotilio - mi sembra buono. E' per adulti che hanno problemi di colesterolo e non vogliono prendere medicine". Scritta in piccolo, un'avvertenza. "Nel caso si stia seguendo una cura contro il colesterolo, consumare il prodotto solo sotto controllo medico". Il professor Stefano Masini, il Virgilio del supermercato, ha invece molti dubbi. "Un negozio alimentare non è una farmacia. Qui prendi, paghi e porti a casa, senza nessuno che ti dia consiglio. Una cosa si potrebbe fare subito. Per prodotti come questo, o quel Burn Energy drink con caffeina e taurina, si scrivano cartelli grandi con le giuste avvertenze. "Vietato ai minori di 16 anni", ad esempio.

"Solo sotto controllo medico". Ma i produttori hanno un solo obiettivo: vendere".


(13 febbraio 2008)
Tutto per un'unica meraviglia.
baciuck
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Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 10:35

Messaggio da baciuck »

Lo stavo leggendo giusto pochi minuti fa.
Che dire... qualcosa si smuove, anche se non vorrei passasse il concetto sbagliato che il grasso non ingrassa :o
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Allie Graywords
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Re: Nella giungla delle etichette

Messaggio da Allie Graywords »

barbara ha scritto:Per prodotti come questo, o quel Burn Energy drink con caffeina e taurina, si scrivano cartelli grandi con le giuste avvertenze. "Vietato ai minori di 16 anni", ad esempio.
Perchè, la gente non sa che gli energy drink come Red Bull, Burn ecc. sono per adulti? :shock: In effetti ho visto ragazzini che ne bevevano come fosse coca cola, ma pensavo fossero deficienti, non disinformati...

Per il resto, l'articolo mi fa piacere, ma per alcune cose mi sembra un po'... superfluo, non so come dire... :?

Mi spiego, se uno si fa i tortellini fatti in casa, sa cosa ci mette dentro, ma in quelli confezionati del supermercato, mi sembra normale che di certo non siano fatti con i tagli di prosciutto più prelibati ma ci siano anche altre cose, così come i wurstel non sono certo fatti con carne di prima scelta... è già tanto se non ci sono dentro i topi morti :P

O per lo meno, a me sembra normale pensare così, e di certo non ho ancora la coscienza eco-bio visto che mi ci sono avvicinata da pochi mesi... mi sembra strano che ci sia gente convinta che la roba confezionata sia fatta davvero come fanno vedere nella pubblicità, e che non legga un minimo l'etichetta di cosa sta comprando (le bottigliette Danacol secondo me non le compri di fretta mentre i figli scalpitano per la cena, ma le prendi apposta con cognizione di causa).

Per il resto, sul discorso delle origini, OGM, ecc. sono perfettamente d'accordo che ci voglia più chiarezza...
Il mio blog sulle eco-mestruazioni: Coppette, amore e...
baciuck
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Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 10:35

Messaggio da baciuck »

Da un singolo articolo non si poteva pretendere di più, sinceramente.
Il discorso dell'industria alimentare è ricco e complesso, non a caso si sono scritti e si stanno scrivendo numerosi libri, che consiglio di leggere per approfondire.
Per quanto riguarda i wurstel suini, Paolo C. Conti afferma che in Italia vengono prodotti con la sola pelle del maiale + conservanti atti a trattenere acqua + aromi vari, quelli di pollo lasciam perdere (fonte di un collega ex macellaio).

Gli energy drink fanno male a piccoli e grandi, andrebbero proprio cancellati.
Ultima modifica di baciuck il mercoledì 13 febbraio, 2008 11:12, modificato 1 volta in totale.
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Taiba
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Iscritto il: lunedì 29 ottobre, 2007 14:25

Messaggio da Taiba »

:x Che fatica che fatica!
Noi siamo sempre attenti alle etichette, ma è vero che ci vuole tempo, studio e vista da falco...a volte ti accorgi delle cavolate che hai comprato solo a casa. Troppo tardi! :x
"La curva è la più graziosa distanza tra due punti." Mae West

"Fai ciò che senti essere giusto nel tuo cuore, perchè verrai criticato comunque: biasimato se lo fai e anche se non lo fai."
Eleanor Anna Roosevetl, First Lady
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alcisa
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Iscritto il: mercoledì 19 settembre, 2007 12:29

Re: Nella giungla delle etichette

Messaggio da alcisa »

barbara ha scritto: Ma chi ha tempo di leggere? Qui, al supermercato Sma di via Laterani 39/41, è ormai ora di cena. Il pensiero è rivolto al frigo di casa, per ricordare cosa manca. Gli occhi servono solo per guardare i prezzi, per non spendere più di quanto c'è nel portafogli. "Mi lascia passare? Ho solo tre pezzi. I figli aspettano".
:shock: ma sono io!!!

io leggo sempre le etichette: lista degli ingredienti, calorie, scadenza.
ma certe volte rimango fregata lo stesso :x

Ormai per fare la spesa bisogna essere superattrezzati: lista, lente di ingrandimento, calcolatrice, biodiz ionario...

Ma i produttori hanno un solo obiettivo: vendere.
:evil: :evil: :evil:
La luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino
meraviglioso, meraviglioso… :)
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Taiba
Messaggi: 2118
Iscritto il: lunedì 29 ottobre, 2007 14:25

Messaggio da Taiba »

Mio padre (ogni tanto salta fuori col le chicche) dice:
"Io ci vedo poco (vede la bottiglia..l'etichetta è già troppo per lui!) perchè se una cosa è Italiana non deve avere su la bandiera? Fatta in Italia, lavorata e confezionata in Italia? Bandiera...così vado sul sicuro! Idem per tutte le altre nazioni!"

Ma è meglio avere i consumatori confusi, così la bufala (mica la mucca o la mozzarella! :P ) ci scappa sempre dentro! :x
"La curva è la più graziosa distanza tra due punti." Mae West

"Fai ciò che senti essere giusto nel tuo cuore, perchè verrai criticato comunque: biasimato se lo fai e anche se non lo fai."
Eleanor Anna Roosevetl, First Lady
baciuck
Messaggi: 417
Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 10:35

Messaggio da baciuck »

Non ci vuole molto a leggere le etichette: più ingredienti contengono maggiore sarà il rischio.
E per quelle con pochi ingredienti basta individuare i più pericolosi.
In fondo quando compriamo un cosmetico ci siamo imparate a guardare gli inci, credo che potremmo abituarci anche per il nostro cibo quotidiano ;-)
BarbaraChiara
Messaggi: 83
Iscritto il: venerdì 28 settembre, 2007 10:44

Messaggio da BarbaraChiara »

Una buona regola è quella di comprare prodotti base: invece della panatine AIA, piene di schifezze, comprare fettine, uovo e pangrattato. Perchè comprare il sugo pronto, se un pomodoro e basilico si fa in 5 minuti? E così per tutto il resto.
Certo, nessuno ci garantisce che nella farina non ci mettano il gesso o che l'olio non sia di terza categoria, ma almeno evitiamo i prodotti pronti che sono una zozzeria...
;)
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BettyBennet
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Iscritto il: venerdì 20 luglio, 2007 11:03

Messaggio da BettyBennet »

Io cerco di adottare questa tattica: prodotti il più semplici possibili, quello che posso assemblare cucinando (tipica cosa i dolci ;-) ) lo faccio io :D
Mio padre poi è fissato (giustamente) con la provenienza di un prodotto, nel dubbio non lo prende (penso di avervi già citato la battaglia mia e di mia madre per una spalettatina di pistacchi iraniani sfusi...).
aNobii :love:
"Yesterday is history, tomorrow is a mystery, but today is a gift. That is why it is called the present."
Oogway, Kung Fu Panda
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RaelDelMare
Messaggi: 4471
Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 12:42

Messaggio da RaelDelMare »

Bene!
Ne scrivessero uno al giorno di articoli come questo!
Così magari la gente si smuove un po'!
C'è gente (anche non vecchissima) che crede davvero che la kinder fetta al latte sia così come la fanno vedere in tv! Solo pandispagna e latte... seeeeeeee!!!
Io leggo le eticchette da quando sono bimba, ma solo da poco ho imparato davvero a capire cosa c'è scritto.
Cerchiamo di evitare anche noi le cose pronte :)
Dalila
Recensioni makeuppose e varie :D http://raelmente.blogspot.com/" onclick="window.open(this.href);return false;
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vivianjones
Messaggi: 1324
Iscritto il: martedì 11 dicembre, 2007 01:39

Messaggio da vivianjones »

Io per esempio adoro i passati di verdura pronti, tipo le Cremose 5 colori e le Vellutate Knorr... le quali immagino si possano fare a casa in 5 minuti... :roll: è ora che inizio a leggere anch'io le etichette di quella roba, così imparo a farmela da sola con la verdura FRESCA.
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Serese
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Iscritto il: domenica 28 ottobre, 2007 18:55

Messaggio da Serese »

mi piace quest'articolo. ho un'amica che non mangia volentieri al cinese la carne e il pesce (meglio) perchè dice che comprano roba di seconda scelta (lo sa perchè i suoi lavorano nel supermercato dove si riforniscono i proprietari del cinese). Però poi mangia al mc donald.. e si ostina a dire che non è vero che nella mortadella c'è il cuore del maiale.
che soddisfazione inviare questo articolo come mail e sottolineare le parti significative :firuli:
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giugi
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Iscritto il: lunedì 30 luglio, 2007 16:48

Messaggio da giugi »

E se si facesse un vademecum di ciò che è bene evitare in ciò che compriamo? Tipo la dispensina di azahar ma sul cibo... :roll:
Come ammissione di colpa devo ammettere che io prendo tante scatolette... pomodoro, legumi (ma quasi quasi adesso prendo quelli secchi... mumble) tonno... le prendo alla coop in offerta e faccio scorta per quando sono a padova. Anche le zuppe surgelate.. sono comode.. :oops: ecco, tipo, nelle zuppe surgelate come ingredienti mettono solo verdura.. sono affidabili? O ci mettono anche conservanti o cose chimiche? :roll:
mi contraddico facilmente, ma lo faccio così spesso che questo fa di me una persona coerente
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Serese
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Iscritto il: domenica 28 ottobre, 2007 18:55

Messaggio da Serese »

giugi ha scritto:sono affidabili? O ci mettono anche conservanti o cose chimiche? :roll:
sono affidabili.. ma se non sono biologiche temo per i pesticidi (e rispetto alle verdure fresche dovrebbero avere meno vitamine, se non erro)
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