Firme, prezzi, società - Report 18/05 -

L'angolo del consumatore consapevole. Decrescita, consumo critico, boicottaggio, alimentazione, autoproduzione: tutto ciò che non riguarda la cosmesi e i detersivi!

Moderatori: Van3ssa, Vera

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plesea
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Iscritto il: giovedì 19 luglio, 2007 21:06

Messaggio da plesea »

Pare che i servizi di report abbiamo smosso qualcosa...

Sarà presentato domani presso l’I-Place di Scandicci (Fi), sede del Consorzio Centopercento Italiano, il disciplinare per la filiera della pelletteria del lusso a garanzia della qualità totale.
Il documento, che verrà illustrato all’interno del seminario “Tracce sulla pelle: un nuova disciplina per la qualità totale della filiera del lusso” (il cui programma è scaricabile dal sito www.i-nnovation.it), si propone di regolamentare l’intero settore della pelletteria made in Italy, dalle aziende che vi operano ai consumatori.
Messo a punto nell’ambito del Felafip (Fabrica Ethica Laboratorio Filiera Pelletteria), il progetto è nato su proposta del Consorzio Centopercento Italiano ed è coordinato da Regione Toscana e dalla Commissione Etica Regionale.
Tra le sue linee guida: stabilire i requisiti di responsabilità sociale, economica e ambientale per le realtà operanti nel settore della pelletteria e per l’indotto; definire le metodologie di verifica dei suddetti requisiti; fornire percorsi sostenibili attraverso sistemi di gestione integrata per le microimprese toscane collocate in distretti e filiere; rispettare i valori sociali e umani che ogni azienda deve assicurare.
rosellina
Messaggi: 166
Iscritto il: martedì 31 luglio, 2007 20:36

Messaggio da rosellina »

Tiro su questo topic perchè sono arrabbiattissimma (e metto tutte le doppie per rafforzare il termine) con le istituzioni, governo attuale e passati in primis che non stabiliscono regole chiare e trasparenti. Ma dico io, possibile che le persone che vogliono fare acquisti etici e consapevoli non abbiano la possibilità di farlo perchè non è possibile sapere se il prodotto che intendono acquistare deriva dallo sfruttamento di persone compresi i bambini? Per esempio, per quanto riguarda l' abbigliamento io sono confusissima per vari motivi. Ora vorrei sapere se qualcuna delle spalmine riesce a chiarire i miei dubbi che sono:
- non acquisto prodotti made in China perchè sicuramente c' è sfruttamento dei lavoratori e il problema non esiste?!? :evil:
- acquisto solo prodotti made in Italy, ma sappiamo che si può apporre questo marchio se l' ultima fase della lavorazione (anche aggiungere l' ultimo bottone) è fatta in Italia. Tra l' altro non è che il marchio made in Italy è una garanzia di eticità visto che i cinesi vengono sfruttati anche in Italia. Report insegna! :evil:
- le grandi marche non sono ugualmente una garanzia in quanto anche loro delocalizzano le loro produzioni nei paesi asiatici e perdipiù ultralucrano sul prezzo finale :evil:
E allora cosa mi rimane da fare?

Forse l' unica scelta etica è quella di iscrivermi ad un corso d cucito e cucire io stessa le mie cose. :x

Bo' accetto consigli :P
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Aerith87
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Iscritto il: martedì 07 aprile, 2009 14:43

Messaggio da Aerith87 »

eh si hai il mio stesso problema. Bò.. ci vuole un esperto di INCI della moda, che cataloghi le varie marche. Non sto scherzando.
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valent1na
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Iscritto il: martedì 13 maggio, 2008 17:57

Messaggio da valent1na »

Dei vari stilisti salvavano solo Antonio Marras, ma io non mi posso permettere i suoi capi, nemmeno all'outlet!
Ci sono vestiti eticamente accettabili nei negozi equosolidali, oggi per esempio ho visto delle polo a 13 € :D
A Cagliari in centro, c'è il negozio Ethic, monomarca, nei cartellini c'è scritto che non sfruttano i lavoratori, non so se siano certificati da qualcuno.(Molto caro, almeno per me, 70 € per una maglia non li spendo).
Bazzicando su Promiseland o Forumetici qualcosa salta fuori, soprattutto negozi online. Ma non è facile azzeccarci con le misure..
è una lotta insomma!
Po' Comunque Perché Lì Là Qui Qua Sì Fa
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