Nella nostra società, secondo me, questa rigidezza è assurda: compriamo gli alimenti e li mettiamo in frigorifero, e sappiamo come sono stati confezionati (ambienti sterili iperprotetti), sappiamo della catena del freddo, etc.
Se poi pensiamo che quest'ultima possa non aver funzionato, be', allora vale per tutto e dovremo temere tutto, il che non mi pare di buon senso.
Posto che ovviamente varia da caso a caso, io qui leggo di cose scadute da uno, due giorni e che si teme di mangiare: per me è esagerato, anche perchè, e qui penso di non sbagliare, se veramente si temono i batteri, non è che il giorno
prima della scadenza questi batteri siano
completamente assenti o innocui e dal giorno della scadenza, tac!, i batteri appaiono in massa cattivi e numerosi, oppure quelli già presenti diventino all'improvviso dannosi e mortali!
A maggior ragione per gli alimenti che scadono "preferibilmente", questa finestra è ancora più ampia...
È un po' come per i 18 anni, non c'è differenza tra l'avere 17 anni e 363 giorni ed averne 18 e 25, però la legge, per convenzione, richiede precisione e numeri, altrimenti (giustamente) sarebbe il caos.
Sono straconvinta, al di là delle ricerche che ogni tanto cicciano fuori, che la gente in generale (privati e supermercati, ristoranti, panetterie, etc.) butti una quantità eccessiva di alimenti ancora perfettamente adatti al consumo; mi piacerebbe che ci fossero più iniziative e vie per poter riciclare e ridistribuire questa ricchezza, ma non solo a poveri e/o mense di carità - come se quel cibo fosse adatto solo ai più sfortunati...
Questo è un articolo vecchiotto, non penso che le cose siano molto cambiate, però (infatti, l'unico banco di roba prossima alla scadenza e fortemente scontata l'ho visto in UN Carrefour, ma da qualche mese neanche più lì...).